di Gaetano Megna
CROTONE Balzo in avanti del contagio da Covid-19 nella provincia di Crotone. Secondo i dati ufficiali diffusi dall’Asp pitagorica i positivi al tampone diventano 88 mentre ieri erano 78. Ci sono, quindi, dieci contagiati in più rispetto a ieri. Non cambia, invece, il dato dei ricoverati negli ospedali: 19 al “San Giovanni di Dio”, ieri erano anche 19 ma c’è stato il decesso di un professionista e il suo posto in ospedale è stato preso da un nuovo arrivo; continuano ad esser cinque i pazienti crotonesi del Pugliese Ciaccio e uno a Germaneto. Diventano 61 i contagiati “in isolamento e sorveglianza attiva domiciliare”, ieri erano 52. Diventano 863, ieri erano 825, i “sorvegliati speciali”. C’è stato un aumento di 38 unità. Il dato che preoccupa riguarda questi soggetti su cui non è stato ancora effettuato il tampone, ma la loro situazione potrebbe cambiare in peggio nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Un picco di contagio tra gli 863 “sorvegliati speciali” potrebbe mettere in ginocchio l’ospedale di Crotone con ricadute negative anche sulle altre strutture sanitarie della Calabria Centro. La preoccupazione è molto alta ed è per questo che all’Asp di Crotone si lavora per chiudere il cerchio intorno ai contagiati già censiti per capire, nei minimi dettagli, le frequentazioni che hanno avuto prima che scoprissero di essere stati contagiati dal Covid-19.
STOP AGLI ARRIVI Si lavora anche per evitare nuovi arrivi da altre regioni. Singolare il caso di una studentessa di 19 anni originaria di un Comune della provincia di Crotone. Si trovava a Roma presso una struttura per studenti, che è stata chiusa per fronteggiare il diffondersi del virus. Si è trovata così in mezzo ad una strada ed è stata costretta a ritornare in Calabria, dove la famiglia ha dovuto metter in piedi una vera e propria organizzazione anti contagio. Al suo arrivo in regione, con il treno, è stata prelevata da un mezzo della Croce rossa, che l’ha trasportata sino al suo paese di origine, dove ha iniziato l’attività di quarantena. Intanto il Marrelli Hospital ha deciso di allestire una squadra di venti persone (medici, infermieri ed Oss) “per supportare pazienti allettati, che hanno bisogno di cure sanitarie a domicilio”. Il servizio ovviamente non è rivolto a persone contagiate da Covid-19, ma a malati allettati che necessitano di fare flebo e altre terapie che richiedono la presenza di un sanitario. (redazione@corrierecal.it)
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