COSENZA Emergenza Covid-19: riaprire subito gli uffici postali soppressi per consentire alla popolazione anziana di riscuotere le pensioni senza il rischio di creare pericolosi assembramenti. Ieri, con l’anticipo dei pagamenti delle rette pensionistiche, in tantissimi comuni della provincia di Cosenza, che di recente hanno registrato la chiusura o l’accorpamento di sportelli postali, si sono registrate calche di fronte all’ingresso degli uffici di PT. Ed era, perlopiù, tutta gente di terza età. Tutto questo con il rischio reale che si siano potuti innescare nuovi contagi.
Un esempio su tutti di questa condizione critica è nel comune di Torano Castello, dove uno dei due uffici postali è stato chiuso costringendo quasi la totalità della popolazione anziana ad affollare l’unico sportello aperto. Nei giorni scorsi, consapevole di quanto sarebbe potuto avvenire, il consigliere regionale Giuseppe Graziano, raccogliendo l’istanza del consigliere comunale Valentino Adimari, ha scritto ai vertici di Poste italiane per chiedere, proprio, l’apertura dell’ufficio di località Sartano.
«In un periodo di emergenza così critico – dice Graziano – come quello che stiamo attraversando in queste settimane la tutela della salute e la sicurezza dei cittadini è una priorità su tutto. Ecco perché ci saremmo aspettati che già da ieri la direzione centrale di Poste italiane, dopo aver predisposto tutto per anticipare la corresponsione delle pensioni e aver lanciato una grande campagna di comunicazione nazionale per avvisare i cittadini dello scaglionamento dei pagamenti, avesse riaperto straordinariamente anche gli sportelli chiusi. Proprio per garantire sicurezza ai cittadini. Lo avevamo – precisa il Consigliere regionale – sollecitato e ci saremmo aspettati una risposta responsabile. Così non è stato, ma speriamo che si possano trovare quantomeno delle misure contenitive per creare delle file di sicurezza davanti agli sportelli. Quello che abbiamo visto ieri ed in parte anche stamattina, con persone anziane ammassate alle porte delle Poste, preoccupa e non poco – conclude – per la grande pericolosità di contagio».
x
x