Cosenza, torna libero uno dei presunti autori della rapina al Jimmy Valentine

COSENZA Torna in libertà. Anche la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria disposta dal gip dopo un periodo di detenzione domiciliare è stata revocata. Il 37enne incensurato, accusato della rapina al bar Jimmy Valentine di Cosenza, aspetterà gli esiti delle indagini condotte dalla procura di Cosenza coadiuvata dai carabinieri bruzi senza essere sottoposto a nessuna imposizione cautelare. L’uomo era stato tratto in arresto lo scorso ottobre con l’accusa di rapina aggravata ai danni del bar che si trova all’interno del complesso che ospita l’unico multisala nel capoluogo bruzio. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo, lo scorso 10 ottobre, verso le ore 6, travisato ed armato di un coltello, avrebbe fatto irruzione nel locale assieme ad un altro soggetto, anche lui individuato dai carabinieri, minacciando il barista ed intimandogli di consegnargli i soldi. Successivamente si sarebbero impossessati della cassa – che conteneva circa 400,00 euro ed un assegno – e una volta sottratta la cassa, si sarebbero dati alla fuga con un’autovettura facendo perdere le proprie tracce. Appena tratto in arresto il 37enne, senza la presenza del suo difensore, aveva confessato l’addebito ed era stato posto agli arresti domiciliari. Confessione, tuttavia, che non era stata ripetuta in sede di interrogatorio di garanzia davanti al gip dove l’uomo, assistito dal suo legale, si era avvalso della facoltà di non rispondere.  Il presunto rapinatore, dopo aver ottenuto in un primo momento l’affievolimento della misura cautelare degli arresti domiciliari, era passato all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ma venerdì 27 marzo, il gip del tribunale di Cosenzaè ha disposto la revoca della misura cautelare in atto, accogliendo le richieste avanzate dalla difesa dell’indagato. Il provvedimento assunto, poggia le sue basi sull’insussistenza dell’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quello per cui si procede e poi sul presupposto che l’emergenza sanitaria da Covid-19 in atto, espone l’uomo ad un serio pericolo di contagio quotidiano, dovendo tutti i giorni recarsi dai Carabinieri per ottemperare all’obbligo di firma. (mi.pr.)