CATANZARO «Dinanzi al trauma della pandemia che incide pure sulla qualità della democrazia e i cui effetti dirompenti, in particolare quelli economici, colpiscono pesantemente le fasce più deboli della popolazione, il Terzo settore e le strutture socio-assistenziali, in una regione in cui le diseguaglianze erano già acute, assumono un ruolo centrale. Non solo per dare una mano ai soggetti più svantaggiati, ma anche per evitare che la democrazia sia svuotata di senso e significato. Perciò – afferma il consigliere regionale di ‘Io Resto in Calabria’ Francesco Pitaro – è necessario che anche nella proposta di Bilancio che la giunta regionale sta approntano, si trovino i fondi necessari per sostenere e potenziare il welfare calabrese, in maniera corrispondente con quanto chiedono le strutture socio-assistenziali. Cosi com’è necessario, e come chiede l’Ordine degli Assistenti sociali, che la Regione produca tutti gli atti necessari per rimuovere i blocchi al pagamento delle spettanze maturate e dovute alle strutture socio-assistenziali ed agli altri soggetti del privato sociale per i servizi erogati e fornisca sostegno ai Comuni e alle organizzazioni di volontariato». Aggiunge Pitaro: «La divergenza di vedute circa l’ordine del giorno approvato dalla maggioranza in Aula, pur consapevoli che se un ordine del giorno non ha valenza amministrativa o legislativa tuttavia non è atto irrilevante, può essere volta in positivo, se, come credo, c’è l’intenzione da parte dell’assessore al Welfare Gallo, non di segare la riforma approvata nella scorsa legislatura, ma di agire affinché sia operativa e, ovviamente, perché lo diventi occorrono risorse e un approccio della politica e della burocrazia ai problemi dei cittadini del tutto rovesciato».
«Appena sarà insediata la commissione regionale che si occupa del welfare – conclude Francesco Pitaro – non dubito che tutti, l’assessore Gallo, che ha annunciato un’interlocuzione col Terzo Settore, la maggioranza e l’opposizione, ci prodigheremo per andare oltre le polemiche del passato e, con il coinvolgimento di chi in questo campo ha diritto di parola, dare concretezza, dopo due decenni di attesa, alla riforma del sistema».
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