Caso Chiaravalle, si indaga sulle morti nella casa di cura

CATANZARO Non poteva passare sotto traccia la vicenda della casa di cura “Domus Aurea” di Chiaravalle nella quale in 24 ore sono state registrate sette morti tra gli anziani residenti. Un vero e proprio focolaio di contagio con oltre 70 positivi al virus Covid-19, tra residenti e personale. La prima inchiesta che nasce su un focolaio da Coronavirus parte da Catanzaro. Secondo quanto si apprende la Procura guidata da Nicola Gratteri avrebbe avviato accertamenti per ricostruire quanto accaduto nella residenza sanitaria per anziani. Lunedì scorso, dopo giorni in cui il focolaio si stava espandendo e mieteva vittime, una richiesta di soccorso, affinché la struttura venisse sgomberata, è arrivata, per conoscenza, sia sulla scrivania del procuratore che su quella dei carabinieri della Comando dei carabinieri di Chiaravalle Centrale: «Si comunica che in seguito al sopralluogo effettuato dall’incaricato dell’Asp, dottore Cosimo Francesco Zurzolo, e dall’infermiere Giovanni Sanzo in presenza del direttore sanitario della struttura Domenico Battaglia e dell’Amministratore unico Domenico De Santis, è stata certificata la necessità di ospedalizzare tutti i pazienti al momento nella struttura (51 persone.) Alcuni di loro versano in condizioni molto gravi e si necessita intervento immediato». La nota su carta intestata della Salus M.C. srl arriva dopo giorni di attesa e incertezza mentre il focolaio si espandeva e la paura anche. La cifra di quanto sia facile cadere nel caos e nel panico per l’impreparata sanità calabrese. Una cifra sulla quale sulla quale gli investigatori voglio andare fino in fondo. Perché le domande sono tante: come si è sviluppata la pandemia nella “Domus Aurea”? Quali misure sono state adottate prima e dopo che la casa di cura diventasse un luogo ormai colonizzato dal virus e dal quale fuggire?(ale.tru)