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Appello di Callipo a Mattarella e Gratteri: «A Chiaravalle barbarie senza fine. Qualcuno dovrà risponderne»

Il capogruppo in consiglio regionale per “Io resto in Calabria”: «La mia coscienza non mi permette di assistere silente alla ghettizzazione e alla condanna a morte delle persone che soffrono e veng…

Pubblicato il: 01/04/2020 – 14:57
Appello di Callipo a Mattarella e Gratteri: «A Chiaravalle barbarie senza fine. Qualcuno dovrà risponderne»

CATANZARO «È una barbarie senza fine quella che si sta consumando nella casa di cura di Chiaravalle. Una strage che oltre a costare diverse vite umane ha visto soccombere la civiltà. Ora basta! Qualcuno dovrà risponderne! C’è stato uno scaricabarile indegno sulla pelle delle persone ricoverate nella struttura del Catanzarese in cui si sono verificate decine di contagi da Covid-19. E la politica ha palesato intollerabile incapacità, inaccettabili intromissioni e becero esibizionismo. Molti pazienti che già da due giorni dovevano essere ricoverati in ospedale sono ancora lì». È quanto dichiara il consigliere regionale Pippo Callipo, capogruppo di “Io resto in Calabria”, sul caso di Chiaravalle, dove circa 40 degenti di una Rsa, risultati positivi al Coronavirus, sono ancora bloccati in attesa del trasferimento in ospedale.
«La mia coscienza – prosegue Callipo – non mi permette di assistere silente alla ghettizzazione e alla condanna a morte delle persone che soffrono e che vengono trattate come oggetti indesiderati perché infetti. Questi comportamenti sono spregevoli e dal mio punto di vista anche penalmente rilevanti. Che ognuno si assuma le proprie responsabilità, che la presidente della Regione immediatamente agisca, senza delegare nessuno, e pur tardivamente garantisca a queste persone i loro diritti. Io non posso stare in silenzio di fronte a tutto ciò. Chiedo – conclude Callipo – l’intervento urgente dello Stato in tutte le sue articolazioni, mi appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Non possiamo stare a guardare questo scempio dei diritti umani».

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