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I cittadini "diseguali" davanti ai "Buoni spesa": paese che vai criteri che trovi

Ad Africo negati a condannati e indagati per mafia, a Cirò Marina sì a famiglie con detenuti (ma in serata arriva la rettifica dell’allegato). Strongoli precisa: un errore nel fac simile

Pubblicato il: 02/04/2020 – 13:16
I cittadini "diseguali" davanti ai "Buoni spesa": paese che vai criteri che trovi

di Fabio Papalia
CROTONE “Buoni spesa” di Stato: c’è chi esclude i nuclei familiari in cui c’è un condannato o un indagato per mafia e c’è chi inserisce tra i criteri per la graduatoria le «famiglie dei detenuti». Paese che vai usanza che trovi. Anche e soprattutto ai tempi del coronavirus. Lo abbiamo visto con le ordinanze restrittive dei sindaci, in molti casi ancora più rigide delle norme dettate nei Dpcm del premier Conte, lo stiamo vedendo anche nei criteri per l’assegnazione di buoni spesa una tantum ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico.
Il governo ha deciso di elargire buoni spesa alle famiglie in difficoltà, quale ulteriore misura di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il rischio, oltre a quello del contagio, sarebbe stato il diffondersi di assalti ai supermercati. Il governo è intervenuto ai primi campanelli d’allarme, rassicurando gli italiani: nessuno resterà solo. Di concerto con l’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani presieduta dal sindaco di Bari Antonio Decaro, il governo ha scelto di far gestire ai sindaci l’erogazione dei buoni spesa.
L’ordinanza n. 658 del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che dispone le risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare ha previsto che “L’ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari e il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 (in realtà il Covid-19 è il nome della malattia, causata dal virus il cui nome è Sars-Cov-2 nda) e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico”.
E’ naturale che sugli oltre 7000 Comuni, vi siano difformità nella individuazione dei criteri stabiliti dai sindaci. Anche le commissioni straordinarie, in verità, non sembrano adottare una linea “comune”.
Ad Africo, ad esempio, Comune della Locride sciolto per infiltrazioni mafiose il 2 dicembre dello scorso anno, la commissione straordinaria ha stabilito che per richiedere i buoni spesa il dichiarante dovrà riportare che all’interno del proprio nucleo familiare rispetto a ciascun familiare convivente non sussistono condanne definitive per associazione mafiosa né condanne per reati contestati con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa né carichi pendenti per gli stessi reati. Il che equivale a tagliare fuori non solo quelle famiglie in cui c’è chi sia uscito da molto o da poco tempo di galera dopo avere scontato la pena (a quelli che sono ancora detenuti il rancio però viene assicurato in carcere), ma anche le famiglie di chi ha carichi pendenti, quindi ancora “presunto non colpevole” in ossequio all’articolo 27 della Costituzione.
A Cirò Marina e Strongoli, invece, due Comuni del Crotonese sciolti per mafia nel 2018 in seguito alla poderosa operazione antimafia “Stige”, rientrare nella categoria di “famiglie con detenuti” diventa invece uno dei criteri per la formulazione della graduatoria. Non il primo, che è il reddito, ma nemmeno l’ultimo. La graduatoria, infatti, in entrambi i casi sarà formulata per reddito in ordine crescente e applicando un ordine di priorità che vede le “famiglie dei detenuti” al sesto posto su otto criteri. La legge è uguale per tutti, i buoni spesa no.
LA PRECISAZIONE La Commissione straordinaria di Strongoli precisa che il requisito delle “famiglie con detenuti” era stato inserito nel modulo per mero errore materiale: «Si fa riferimento all’articolo apparso in data odierna sulla vostra testata giornalistica. Al riguardo si rappresenta che le direttive della commissione straordinaria sono quelle riportate nell’allegato delibera dalla quale si evince che nelle modalità di individuazione della platea degli aventi diritto all’assegno alimentare non vi è alcun riferimento a detenuti. Comunque riteniamo di dovere ringraziare la vostra redazione che ha evidenziato la discrasia esistente tra quanto da noi deliberato e quanto poi effettivamente tradotto nel fac simile di domanda elaborata dall’ufficio amministrativo». I nuclei familiari con detenuti, dunque, non sono tra i requisiti ma certamente non saranno esclusi dall’elenco degli aventi diritto. Anche la commissione straordinaria del comune di Cirò Marina comunica in una nota che, «al fine di evitare polemiche strumentali, ha provveduto alla rettifica dell’allegato indicante i soggetti destinatari del contributo buono alimentare». (redazione@corrierecal.it)

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