CATANZARO «Non è un sopralluogo, è semplicemente un essere presenti per capire ciò che viene fatto, ascoltare le necessità per riportarle al centro, a Roma, per cercare di migliorare quello che dev’essere migliorato nell’emergenza». Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, parlando con i giornalisti davanti l’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro dove si è svolta la prima tappa della sua visita Calabria. L’ospedale “Pugliese” Ciaccio di Catanzaro, è stato individuato dalla Regione come hub di riferimento per l’emergenza: ad accompagnare il viceministro, il commissario ad acta della Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, e il commissario dell’azienda ospedaliera catanzarese, Giuseppe Zuccatelli. Successivamente Sileri si recherà nella sede della “Cittadella” a Germaneto di Catanzaro per una serie di incontri con i vertici istituzionali della Regione.Prima di tenere la riunione alla regione, Sileri ha anche avuto un incontro, in Procura, con il procuratore di Catanzro, Nicola Gratteri, incontro dai contenuti ovviamente riservati.
PRIORITÀ A TAMPONI E DISPOSITIVI «La mia visita è proprio per ascoltare direttamente quelle che sono le necessità», ha aggiunto Sileri. «Ora vengono pubblicate on line le forniture, le carenze che ci sono state in tutt’Italia, non solo in Calabria. È chiaro che la gran parte del materiale è stato dirottato al Nord, dove, a differenza del Centro-Sud, c’è stata un’ondata spaventosa e quindi capite come la necessità lì sia davvero immediata. Certamente – ha sostenuto poi il viceministro – le cose più importanti nell’immediato devono essere anzitutto i tamponi: l’ondata nel Centro-Sud non è avvenuta come nel Nord, questo grazie alle misure di contenimento e di distanza che non hanno consentito la diffusione, ma qui credo che nell’immediato servano dispositivi per proteggere coloro che lavorano, soprattutto a livello sanitario, e tamponi per verificare i contagi, e poi è chiaro che servono i respiratori e il tutto il resto. Nell’immediatezza, comunque, proteggere gli operatori e i lavoratori sia essenziale».
IL “CASO CHIARAVALLE” Sileri si è anche soffermando sulla vicenda della Rsa di Chiaravalle: «Ne ho parlato con il commissario Cotticelli. È stata gestito il trasferimento degli infetti, so che il commissario sta già facendo anche una verifica. È scoppiato un caso, ma – ha proseguito il viceministro – dal caso bisogna proseguire e controllare tutte le situazioni affinchè non si ripeta più una situazione del genere». A chi gli ha chiesto se la Rsa avesse problemi con l’accreditamento, Sileri ha osservato: « lo lascio dire alle carte, e poi immagini che ci saranno le indagini, anzitutto di chi si occupa della sanità e poi ci saranno anche indagini della Procura e questo lo lasciamo alle loro valutazioni. Sicuramente non deve ripetersi una situazione del genere».
«FINE COMMISSARIAMENTO? ORA PENSIAMO AL COVID» Sulla possibile fine del commissariamento della sanità calabrese, Sileri ha spiegato che «In questo momento dobbiamo vincere la battaglia contro il Coronavirus. Serve maggior dialogo e coesione. I nodi vengono al pettine e devono essere sciolti e rimossi. Io sono qui per capire come possiamo ulteriormente migliorarci, dopo di che, in merito a sentenze e al resto, io credo che in questo momento bisogna sconfiggere questo nemico invisibili tutti insieme e cerchiamo di aiutare la Calabria e i calabresi migliorando le cose che non vanno, tipo carenza di tamponi, problemi con le Rsa, i percorsi. I problemi della sanità in Calabria – ha rimarcato il viceministro della Salute – sono preesistenti, lo sappiamo, è inutile nascondersi, ma questo è il momento, è l’occasione, nel dramma, per rafforzare nell’immediato molte delle cose che non vanno».
«IL PUNTO IN CITTADELLA» «Ho visto l’ospedale di Catanzaro e come è organizzato, e devo dire che è un’ottima organizzazione», ha poi detto Pierpaolo Sileri arrivando in Cittadella. «So – ha aggiunto il viceministro – che hanno trattato due pazienti intubati venuti da Bergamo, quindi è un orgoglio l’aver salvato la vita a due pazienti che venivano dal Nord. All’ospedale di Catanzaro non hanno carenza di materiali in questo momento, ma è chiaro che serve un impegno maggiore anche per far arrivare più materiale perché l’emergenza non è finita, ma – ha rimarcato il viceministro della Salute – ho trovato una buona situazione». Nella sede della Regione Sileri, assistito dal commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, ha presieduto un vertice con i commissari straordinari delle Asp e delle aziende ospedaliere calabresi, e infine ha incontrato il presidente della Regione, Jole Santelli.
L’INCONTRO CON LA SANTELLI «Ringrazio il viceministro Pierpaolo Sileri per la visita in Calabria in questo delicato momento», ha commentato a sua la Santelli a margine dell’incontro con Sileri a cui ha partecipato anche il commissario Cotticelli. «Una visita – ha aggiunto la presidente della Regione – che è servita a fare il punto sull’emergenza sanitaria che la nostra regione sta vivendo. “Sileri si è detto soddisfatto di quanto si sta facendo al “Pugliese-Ciaccio”, dove si è recato personalmente, e di quanto emerso dall’incontro con i commissari delle Asp e delle Ao. Particolare apprezzamento è stato espresso anche per il clima di collaborazione e di squadra che ha riscontrato in Regione in merito a questo delicato tema. Il viceministro Sileri ha poi assicurato vicinanza da parte del Governo al nostro territorio affinché, grazie al contributo di tutte le istituzioni, si possa affrontare al meglio – ha concluso la Santelli – questo momento di emergenza»
I SINDACATI: «IL GOVERNO NON LASCI SOLA LA CALABRIA» «La visita del vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, è un atto di attenzione apprezzabile da parte del Governo Conte, peraltro, già significata dalla presenza in Calabria dell’ex ministro Grillo e dell’attuale titolare del dicastero della sanità, Speranza. Non vorremmo, però, che anche questo momento di vigilanza istituzionale si trasformasse nell’ennesima “gita fuori porta” della politica nazionale. Di questo la Calabria non ne sente proprio il bisogno». È quanto affermano, in una nota congiunta, i segretari generali calabresi di Cgil, Angelo Sposato; Cisl Tonino Russo e Uil Santo Biondo. «Oggi la sanità calabrese – sostengono Sposato, Russo e Biondo – ha bisogno di medici, infermieri, operatori specializzati nell’assistenza, di ventilatori polmonari, di presidi medicali, di mascherine e di guanti. Auspichiamo che oggi il vice ministro arrivi a Catanzaro con queste notizie e perché no, con una fornitura di Dpi e strumenti biomedicali necessari in questo momento. La pandemia da Covid-19 in corso, per l’ennesima volta, ha messo in evidenza, davanti alla comunità nazionale, europea e mondiale, l’assai precario stato di salute del sistema sanitario regionale calabrese. Una precarietà dovuta ai tagli lineari imposti dall’insipienza del ceto politico locale prima e da una prolungata gestione commissariale dopo, che hanno finito per danneggiare un quadro clinico già compromesso, al quale un colpo definito è stato assestato dall’inopinata scelta di emanare il cosiddetto “Decreto Calabria” e la successiva scelta di darne applicazione almeno per quanto attiene alla parte relativa agli appalti, alle forniture di beni e servizi, la cui errata gestione è il vero vulnus del sistema sanitario regionale».
«Difficoltà che, purtroppo – sottolineano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil – il virus ha trasferito anche alla cintura dei servizi correlati al mondo sanitario, raggiungendo e mettendo in serie difficoltà le case di riposo per anziani e, da quello che ci risulta, potrebbe dispiegare i propri effetti negativi sulle case di cura private. Finendo per potenziare le ricadute nefaste di una malattia che ha allargato le sue metastasi in tutti i gangli del sistema e che, quindi, necessita di una cura invasiva per evitate che gli organi vitali del nostro “Paese” possano smettere di funzionare, provocando grande nocumento per l’intera comunità calabrese. Da tempo sosteniamo la necessità di una profonda riforma del sistema sanitario regionale. Lo abbiamo ricordato anche al ministro Speranza, quando egli ha scelto di riceverci a Roma presso la sede del ministero. Da allora sono passati cinque mesi e le promesse di allora, purtroppo, non si sono trasformate in atti concreti. E la pandemia in atto non può rappresentare una scusante. Il punto di non ritorno per la sanità calabrese è stata la gestione del caso di Chiaravalle, per il quale chiediamo venga effettuata una campagna di controlli massiva con l’effettuazione di tamponi ad ampissimo raggio. Una gestione drammatica, senza alcuna filiera di comando, che ha messo a rischio lavoratori e pazienti, e per la quale chiediamo alla magistratura di accertare ogni responsabilità. In Calabria, ancora, c’è la necessità di superare la stagione commissariale delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere che avrebbero, in alcuni casi, la necessità di avere una governance di comando certa, con manager di comprovata esperienza, che siano presenti costantemente sul territorio. E in altri casi come avviene a Cosenza, dove riconosciamo la competenza del commissario Zuccatelli, dove è necessario avere un manager dedicato in via esclusiva alla riorganizzazione di un territorio molto vasto».
«Ribadiamo la necessità – proseguono i segretari generali della Triplice calabrese – di aprire un confronto serio con le organizzazioni sindacali confederali per disegnare una sanità efficiente e per farlo sul territorio, senza scelte assunte a Roma e calate dall’alto, e sottolineiamo l’indispensabilità del mantenimento di un livello di verifica delle azioni intraprese e di quelle da intraprendere direttamente con il Ministero competente. Chiediamo al Governo di non lasciare sola la Calabria». (a.cant.)
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