CATANZARO Migliorano le condizioni dei pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Mater Domini di Catanzaro. Sono individuati come paziente 1 e paziente 2 le condizioni di entrambi al loro arrivo presso la struttura ospedaliera erano apparse piuttosto critiche. Hanno età differenti, il primo è un 43enne, proveniente da Catanzaro, il secondo un 60enne proveniente dall’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, ma dopo una settimana di cure intensive i risultati sono tangibili su entrambi. «Sono quattro i pazienti che al momento sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva. Siamo nella condizione di poter annunciare i primi risultati positivi in quanto due pazienti sono stati estubati. Attualmente si trovano in terapia intensiva e la loro respirazione viene aiutata con un supporto non invasivo di ventilazione. La nota positiva è che entrambi hanno avuto un miglioramento clinico che li permette di respirare in modo autonomo». Questo è il commento di Federico Longhini, Direttore di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Mater Domini – Università Magna Graecia di Catanzaro. «A questo risultato siamo arrivati grazie ad un lavoro di equipe medica molto complesso. Abbiamo in cura pazienti che necessitano di un supporto ventilatorio e cardiologico e quello che si vede facendo dei paragoni con i centri più importanti dell’epidemia è che l’infezione può causare l’infiammazione dei vasi polmoronari con delle tromboembolie del microcircolo. C’è bisogno dunque di un supporto cardiologico e ventilatorio facendo dei tentativi di controllo che permette di arrivare a dei risultati vincenti». L’analisi del medico, contattato dal Corriere della Calabria, si estende anche a quelli che sono gli effetti che produrrà in futuro. «Quella che stiamo vivendo è una esperienza che ci lascerà il segno e cambierà la storia – commenta Longhini -. Si cambierà e spero che si impari ad essere più umili. Spero che si capisca finalmente che la medicina cerca di salvare la vita umana ma questo non è sempre possibile. Spesso il personale sanitario è attaccato legalmente da denunce e elementi poco piacevoli, tutte le volte che un medico tratta un paziente lo fa nell’ottica di salvargli la pelle. Il punto è che le patologie spesso non sono ben note. Spero che si capisca che il personale sanitario è sempre impegnato e prodigato nella cura dei pazienti e che si capisca che anche il medico è una persona così come gli infermieri. Non sono macchine»
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