REGGIO CALABRIA È nato 97 anni anni da a Santa Giorgia, frazione di Scido, alle pendici dell’Aspromonte. E, tra le storie da raccontare, presto (si spera) Michelangelo Scutellà (nel riquadro, sopra) sfoggerà anche quella del giorno in cui ha sconfitto il Coronavirus. Il (quasi) centenario calabrese aspetta il secondo e il terzo tampone per dirsi guarito. E sua figlia Grazia racconta al Corriere della Sera che è inquieto. Che fa le «vasche» attorno al letto e non vede l’ora di ricominciare la sua routine: passeggiata in edicola per comprare il Corriere della Sera, fare la spesa, cucinare. «È stato ricoverato per due settimane all’ospedale di Asola, nel Mantovano, e il 18 marzo è tornato a casa, qui a Cremona», racconta Grazia dalla quarantena. Suo padre ha lavorato per tutta la vita come impiegato, ma è stato anche ufficiale di Marina, ha partecipato alla fine della Seconda guerra mondiale e ha girato il mondo. Un anno fa il dolore della scomparsa della moglie Paola e, in queste settimane, la sofferenza di non poterle portare neppure un fiore. Nel frattempo, in attesa di poter certificare la propria guarigione, Scutellà passa il tempo leggendo e, qualche giorno fa, ha rivisto i Mondiali del 1982.
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