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Coronavirus, Siviglia: «Mancano infermieri ad Arghillà»

Appello del Garante regionale dei detenuti alla Santelli, a Cotticelli e all’amministrazione penitenziaria: «A rischio il personale e i detenuti»

Pubblicato il: 07/04/2020 – 17:15
Coronavirus, Siviglia: «Mancano infermieri ad Arghillà»

REGGIO CALABRIA «È necessario un urgente reclutamento di personale infermieristico allo scopo del completamento orario di specialistica psichiatrica e psicologica presso il carcere di Arghillà». Lo sostiene il Garante regionale delle persone detenute, Agostino Siviglia in una lettera alla presidente della Giunta regionale, Jole Santelli e a Saverio Cotticelli, Commissario per il Piano straordinario di rientro nel settore della Sanità. Nella lettera, recapitata anche alla sub-commissaria, Maria Crocco, al direttore generale del dipartimento Salute della Regione Calabria, Antonio Belcastro, alla Commissione straordinaria dell’Asp reggina; al direttore sanitario dell’Asp Antonio Bray, al Provveditore regionale del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), Liberato Guerriero; al direttore dell’istituto penitenziario ‘Panzera’ di Reggio Calabria,Antonio Tessitore, al coordinatore sanitario del plesso carcerario di Arghillà, Nicola Pangallo, ai dirigenti sanitari dell’Asp di Reggio e al presidente del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, Vincenzo Pedone, Siviglia precisa che «facendo seguito alla nota inviata in data 13 marzo 2020 con la quale si chiedeva di voler prevedere esplicitamente il reclutamento di personale infermieristico da destinare presso gli istituti penitenziari della Calabria e, in particolare, presso l’Istituto penitenziario di Reggio Calabria- Arghillà (che, per vero, soffre una endemica carenza di personale infermieristico tanto da non riuscire a garantirne la copertura h 24),nonché idonee soluzioni per il completamento orario della specialistica psichiatrica e psicologica, si chiede con urgenza di voler provvedere all’immediato reclutamento di otto unità di infermieri da destinare al suddetto Istituto penitenziario di Arghillà e, nel contempo, di provvedere al completamento orario della specialistica psichiatrica e psicologica relativa allo stesso Istituto penitenziario».
«In effetti, nonostante la buona volontà di chi di dovere – afferma il Garante – ancora oggi non risultano essere state adottate le misure di cui sopra. Si rappresenta, infine, l’assoluta necessità di garantire a tutto il personale operante presso tutti e dodici gli Istituti penitenziari della Calabria, la fornitura dei dispositivi di protezione individuale sia per quanto riguarda il personale di polizia penitenziaria sia per quello amministrativo, medico e infermieristico, che quotidianamente presta il proprio servizio professionale all’interno del sistema penitenziario calabrese».
«Non sfuggirà, per vero, il rischio concreto – sostiene ancora Siviglia – di una diffusione del contagio da Coronavirus negli istituti penitenziari calabresi che, evidentemente, costituirebbe una malaugurata evenienza di drammatica gestione sanitaria. Al fine, pertanto, di prevenire la suddetta malaugurata evenienza sanitaria oltre che securitaria, si ribadisce ancora una volta la necessità di intervenire con urgenza secondo quanto richiesto con la presente nota formale al fine della salvaguardia e tutela del diritto fondamentale alla salute di quanti operano all’interno delle carceri calabresi e della stessa popolazione detenuta, essendo il carcere non una società a parte, ma parte della società. Si evidenzia, infine, l’opportunità di fare i tamponi, ove necessario, in particolare, per il personale penitenziario e sanitario operante in carcere. Nel restare disponibile per tutte le interlocuzioni istituzionali che si renderanno necessarie ai fini dell’immediato intervento richiesto».

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