LAMEZIA TERME Luci e ombre su aiuti alimentari e buoni spesa ai tempi del coronavirus. Se n’è discusso con Gianni Romeo, direttore generale del Banco Alimentare della Calabria, e Pierpaolo Zavettieri, sindaco di Roghudi, ospiti della trasmissione 20.20 andata in onda stasera alle 21 sul canale 211 de L’Altro Corriere tv e sul Corriere della Calabria. Gli altri ospiti sono Pippo Callipo, capogruppo di “Io resto in Calabria” in consiglio regionale, la sottosegretario ai Beni culturali Anna Laura Orrico e il rettore dell’Università “Magna Graecia” Giovambattista De Sarro.
Le misure restrittive dettate per ridurre il contagio del Sars-Cov-2, il virus responsabile della malattia Covid-19, stanno aumentando il numero dei poveri in Calabria, come conferma Romeo nel corso della trasmissione, condotta da Danilo Monteleone e Ugo Floro: «La situazione è diventata molto pesante soprattutto per quelle famiglie, e sono tantissime in Calabria e nel Sud in genere, che non hanno un reddito e non hanno un lavoro. Il problema è che loro non possono uscire e non hanno i soldi per fare la spesa». «Sono i due problemi grossi cui si va incontro. Pertanto – spiega Romeo – il numero di persone povere, che era già esorbitante per la Calabria, ha avuto in questi giorni un aumento esponenziale gravissimo. Noi calcoliamo almeno un 30-40% in più rispetto a prima dell’emergenza coronavirus. Se allora davamo aiuto mensilmente a oltre 110mila persone, credo che arriveremo a 150mila persone. Ancora non abbiamo dei numeri certi ma rispetto a quanto stiamo movimentando si arriverà a quella cifra, poi chiaramente la situazione si protrarrà non si per quanto tempo».
LA REGIONE CALABRIA In tanti hanno risposto al grido dall’allarme del Banco Alimentare, in testa la Regione. «Gli appelli che abbiamo fatto sono stati molteplici, sia alle istituzioni che alla filiera delle aziende impegnate nel settore agroalimentare. Per quanto riguarda la Regione Calabria – commenta Romeo – dobbiamo dire che il nostro appello è stato raccolto subito, per fortuna, e questo ci ha consentito di poter fare un piano di approvvigionamenti in cui la Regione andrà a spendere 200mila euro, fornendo quei prodotti cosiddetti di prima necessità. Nello stesso tempo usufruendo delle piattaforme che sono prettamente calabresi, e questo secondo noi è un fatto significativo e anche molto interessante, quindi grazie a questo intervento avremo tanti prodotti che magari non sarebbero arrivati in questo periodo. Prodotti importanti perché si tratta di olio d’oliva, passata di pomodoro, farina, tonno, quindi prodotti anche qualitativamente fondamentali».
Non solo la Cittadella, anche Palazzo Campanella ha risposto all’appello: «A parte questa prima risposta della Regione che abbiamo molto apprezzato, abbiamo avuto un incontro anche col presidente del Consiglio regionale che ci è parsa un’apertura molto significativa, dare priorità a questa problematica della povertà e del disagio che purtroppo è molto diffusa in Calabria». I modi per aiutare sono tanti, a seconda delle possibilità di ciascuno: «Abbiamo attivato delle piattaforme online, Gofundme, basta collegarsi sulla nostra pagina su facebook per trovare le indicazioni. Ci sono anche molti donatori di prodotti, e anche in tanti ci stanno aiutando col volontariato nel lavoro operativo, per fare i pacchi e le consegne. Ci sono diverse possibilità – conclude Romeo – ognuno per quello che può».
IL CASO AFRICO Non tutti però la pensano allo stesso modo su chi ha diritto di essere destinatario degli aiuti del governo, in particolare dei buoni spesa. Zavettieri, ad esempio, si è detto subito contrario ai criteri individuati dai commissari straordinari di Africo, nel Reggino che hanno escluso i pregiudicati: «Sono stato contrario appena mi sono accorto del documento pubblicato, che tra l’altro mi è stato girato anche da molti cittadini di Africo che conosco perché è sul versante Jonio meridionale reggino, quindi siamo vicini con la comunità di Bova Marina e Roghudi. Ci riteniamo figli dello stesso Dio e proprio in funzione di questo, se figli di uno stesso Dio chiaramente non possiamo essere trattati in modo discriminato».
Zavettieri ha spiegato così le ragioni della sua contrarietà: «Avevano addirittura messo sotto i piedi i principi della presunzione di innocenza, della solidarietà e i principi costituzionali dell’uguaglianza e il reinserimento sociale. Immediatamente dopo la commissione straordinaria ha fatto una parziale marcia indietro ripubblicando un nuovo avviso, pensando di risolvere il problema, ma l’hanno fatto solo in parte». «Rispetto al primo avviso – aggiunge – viene fatto salvo solamente il principio di presunzione di innocenza attraverso l’eliminazione della dichiarazione di non avere carichi pendenti, che era inserita nel primo avviso. Avere un carico pendente, che significa essere sotto processo e quindi anche presunto innocente, era un limite. Adesso per fortuna non lo è più».
Il problema però per Zavettieri non è del tutto risolto: «Rimangono non considerati ancora la solidarietà umana, cioè in caso di emergenza devo dare da mangiare senza badare se la persona è stata criminale in passato oppure se in qualche modo è un poco di buono. E poi il principio di uguaglianza e il reinserimento sociale anche dei detenuti che una volta scontata la propria condanna, avendo espiato una pena, devono avere la possibilità di reinserirsi. Si chiede ancora oggi con forza che si faccia marcia indietro su questo, non si può essere trattati così».
NO AD ANCI E ATTI DI SOTTOMISSIONE Zavettieri respinge anche le indicazioni dell’Anci: «Io sul Comune di Roghudi mi sto regolando con la massima trasparenza, per la quale non ho avuto bisogno che me la suggerisse nessuno, tanto meno la posizione di Anci per la quale ho chiesto che si rivedesse il punto di vista del direttivo».
«Si chiede – spiega – di trasferire ogni fase della procedura in Prefettura. Lo ritengo fortemente sbagliato perché qualora il prefetto o i dirigenti competenti della Prefettura ravvisino l’esigenza di chiedere la documentazione a posteriori, i Comuni non esiteranno a mandarla, anzi lo faranno velocemente come hanno sempre fatto». «Ma un controllo preventivo – ribadisce – rispetto a una competenza comunale assegnata dallo Stato, mi sembra voler sottoscrivere un atto di sottomissione, che non è un atto di sottomissione del singolo amministratore, ma lo è di un’intera istituzione. Significa svilire un’istituzione e volerla consegnare come se non esistesse, pertanto se così fosse dovremmo consegnare tutti insieme la fascia». Ed ecco invece come Zavettieri distribuisce i buoni spesa nel comune che amministra: «Ho predisposto un bando in cui si considera un punteggio che è legato immediatamente al reddito del mese di marzo perché a questo fa riferimento l’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri. Deve aiutare chi si trova senza liquidità per acquistare il pane, la pasta, i beni di prima necessità. Quindi – conclude – anche se io ho guadagnato 30mila euro l’anno 2019, se nel mese di marzo 2020, per motivi di chiusura dell’attività mi ritrovo con zero euro sul conto, devo poter essere aiutato».
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