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«Ineleggibile e incompatibile». Le tre cariche che “inguaiano” Molinaro

I contenuti del ricorso presentato da Novello contro il neo consigliere leghista. Nel mirino le dimissioni «intempestive» o «nulle» da Ars (e Ara) Calabria e le cariche nel Cnel e in Inipa. «Il suo…

Pubblicato il: 08/04/2020 – 11:41
«Ineleggibile e incompatibile». Le tre cariche che “inguaiano” Molinaro

COSENZA Pietro Molinaro, consigliere regionale della Lega, aveva – forse – accumulato molte cariche. Tre di esse, secondo il ricorso presentato da Luigi Novello, primo dei non eletti per il Carroccio calabrese nella Circoscrizione Nord, lo renderebbero incompabile o ineleggibile nella massima assemblea regionale. La battaglia legale per il posto a Palazzo Campanella è ufficialmente iniziata (ve l’avevamo anticipato qui) e i legali del medico di Fuscaldo – Roberta Petrungaro, Concettina Francesca Aloise e Andrea Delmorgine – hanno messo nero su bianco i motivi per i quali l’ex presidente di Coldiretti dovrebbe abbandonare il proprio scranno. Si parte da considerazioni tecniche per giungere a una valutazione che trae spunto dalla Costituzione (il tema è la parità di accesso alle cariche elettive rispetto agli altri candidati) ma è anche politica. Perché «nel caso del signor Molinaro la posizione di privilegio che questi riveste per le numerose partecipazioni ad enti, associazioni, cooperative e consorzi ha certamente compromesso la libera determinazione degli elettori ricoprendo un ruolo determinante e ben determinato nel variegato mondo dell’allevamento calabrese e nel settore agroalimentare».
LE (MANCATE?) DIMISSIONI DA ARS CALABRIA Il primo: le dimissioni di Molinaro da presidente del cda e amministratore dell’Ars Calabresi sarebbe «intempestive» o «nulle». E la partecipazione dell’Ars all’Ara Calabria, finanziata dalla Regione, renderebbe incompatibile il neo consigliere. I legali hanno ricostruito l’iter delle dimissioni grazie agli atti disponibili alla Camera di Commercio. Emerge che il cda della “Coop Ars” si riunisce l’11 dicembre 2019 per recepire le dimissioni del futuro candidato. E alla vigilia di Natale, lo stesso Molinaro viene sostituito nella presidenza da Fabio Presta. Al verbale dell’11 dicembre, però, «non è allegata la comunicazione delle dimissioni sottoscritta dal Molinaro recante il numero di protocollo per come premesso dal consigliere Santo Bertella, né tantomeno la stessa si rinviene nel verbale dell’Assemblea dei soci del 24 dicembre 2019 sebbene nuovamente richiamata». I verbali, tra l’altro, «non recano una data certa se non per l’intestazione dattiloscritta e neppure riportano una numerazione progressiva rispettivamente delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione e delle deliberazioni dell’Assemblea dei soci, né tanto meno vi è traccia documentale della pagina che li procede e di quella successiva». L’elenco delle incongruenze si ferma al 31 gennaio 2020, quanto la variazione viene trascritta alla Camera di Commercio di Cosenza: è quella, per i legali, l’unica data certa cui fa decorrere l’efficacia costitutiva delle dimissioni di Molinaro». L’iter seguito per cristallizzare le dimissioni sarebbe, dunque, «viziato».
«FONDI DALLA REGIONE» Ma c’è di più, cioè la «relazione che l’Ars ha intrattenuto e intrattiene con la Regione Calabria tramite l’Ara Calabria, poiché, appunto, socia di quest’ultima».
Il punto è Ara Calabria riceve finanziamenti dalla Regione. A titolo esplicativo, il ricorso menziona «il “Progetto Operativo (PO), annualità 2017, per i Servizi di Assistenza Tecnica finalizzati alla Valorizzazione delle Produzioni Zootecniche”, formulato dall’Ara dell’importo di 1,7 milioni di euro» dei quali «sono stati liquidati nell’anno 2018 e 2019 complessivamente 462.767,94 euro in favore appunto dell’Ara Calabria», associazione nella quale figurano «l’Ars Calabresi soc. cooperativa e il signor Molinaro, il quale risulta ancora essere consigliere e parte del Cda». La combinazione delle due questioni – le dimissioni «intempestive» o «nulle» e i finanziamenti ricevuti da Ara Calabria – colorerebbe di incompatibilità la candidatura di Molinaro.
Insomma, dagli atti non ci sarebbe certezza della data delle dimissioni dell’ex presidente di Coldiretti. Né timbri, né numeri di protocollo, né modalità di ricezione della lettera, né registrazione per dedurre la cronologia rispetto agli altri atti societari. L’unico atto ufficiale che certifichi le dimissioni di Molinaro è l’iscrizione nel registro della Camera di commercio il 31 gennaio 2020, a elezioni regionali concluse.
LA CARICA NEL CNEL Altro ruolo, altre (mancate) dimissioni. Molinaro «risulta anche essere consigliere e membro del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), ruolo «dichiarato dallo stesso Molinaro nel curriculum vitae siglato in data 18 dicembre 2019 e pubblicato liberamente sul sito internet pietromolinaro.it sito costituito in occasione della campagna elettorale per le concluse elezioni regionali». La carica compare anche sul sito ufficiale del Cnel, ed è – secondo le norme – incompatibile con la carica di consigliere regionale.
LA PRESIDENZA DELL’INIPA Il neo consigliere leghista è anche «presidente del cda dell’ente Inipa – Ente di formazione nell’Agroalimentare, giuridicamente riconosciuto senza scopo di lucro, che tuttavia svolge anche attività commerciale». Questo ruolo, come per quello nel Cnel, «è stato dichiarato dallo stesso Molinaro nel curriculum vitae» pubblicato liberamente sul suo sito. E anche sul sito ufficiale dell’Inipa, Molinaro è indicato quale presidente del Cda.
Per i legali di Novello, anche in questo caso, l’ineleggibilità è evidente. Perché «tutte le attività dell’Inipa sono finanziate da enti nazionali ( Regioni – Province e Comuni) e sovranazionali (Unione Europea) e la rendicontazione economica dell’ente è affidata al Collegio dei Revisori dei Conti che è composto da un esponente del Ministero dell’Economia e Finanza, uno del Ministero del Lavoro e della Previdenza ( dichiarato Presidente del Collegio dei Revisore dei Conti ) e uno della Coldiretti;
È dunque evincibile ictu oculi che il sig. Molinaro sia ineleggibile alla carica di consigliere regionale – ai sensi dell’art. 2 comma 1 n. 11 della L. n. 154/1981 – poiché questi occupa riveste il ruolo di presidente del Cda di un ente direttamente dipendente dallo Stato ovvero Regione».
L’ACCESSO AGLI ATTI SUL CONTENZIOSO C’è anche un altro fronte aperto nella “sfida” legale per il posto in consiglio regionale. Un aspetto che non rientra nel ricorso presentato dai legali di Novello ma si concretizza, per ora, in una richiesta di accesso agli atti. Lo scopo è quello di «verificare il contenzioso pendente tra Pietro Molinaro, come rappresentante legale della Cozac – cooperativa agricola calabrese e la Regione Calabria», perché «potrebbe essere lesivo dei propri interessi legittimi in seno alla elezione alla carica di consigliere regionale». Sono tre i documenti richiesti: gli atti di due contributi concessi alla Cozac (nel 1996 e nel 2003) e il fascicolo del «contenzioso pendente tra Molinaro e la Regione Calabria». (ppp)

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