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La morte di Lorena, un delitto feroce e (ancora) senza movente

I silenzi del giovane vibonese che ha ucciso la fidanzata. E la telefonata ai carabinieri in cui “annuncia” l’omicidio. Ancora troppi angoli oscuri nella sua prima ricostruzione

Pubblicato il: 09/04/2020 – 11:20
La morte di Lorena, un delitto feroce e (ancora) senza movente

VIBO VALENTIA «Ho commesso un omicidio, ho ammazzato la mia fidanzata». È il 31 marzo, Antonio De Pace chiama la stazione dei carabinieri e confessa di aver ucciso Lorena Quaranta. I silenzi, nella telefonata il cui contenuto è stato riportato mercoledì sera da “Chi l’ha visto?” sono drammatici. De Pace, originario di Dasà, nel Vibonese, dà ai sanitari l’indirizzo («via delle Mimose, 12, Furci Siculo). Per tre volte l’operatore chiede «E come l’ha ammazzata, scusi?». Per tre volte ottiene in risposta soltanto sospiri. Fino a un «non lo so manco io».
Lorena Quaranta Messina
Non c’è un movente per il delitto di Lorena Quaranta (la vignetta sopra è di Federica Giglio), se non una prima delirante ricostruzione – smentita dai fatti – nella quale De Pace accusava la propria fidanzata di averlo contagiato con il Coronavirus. Il giovane infermiere, a caldo, ha detto ai carabinieri di avere «agito in stato d’ira – secondo quanto riportato nell’ordinanza di convalida del fermo – e di non aver utilizzato corpi contundenti o armi, ma di aver ucciso la propria convivente picchiandola con le mani e i piedi» per provare «a uccidersi con un coltello abbandonato in bagno». I legali di De Pace hanno rinunciato a ricorrere al Tribunale del Riesame, l’infermiere tace da giorni. E il delitto di Furci Siculo è ancora senza un movente. C’è solo una ricostruzione condita da molti «non ricordo». «Avevo litigato perché soffrivo di ansia per il Coronavirus», ha dichiarato l’omicida. Quel delirio senza prove (i tamponi hanno dimostrato che Lorena non aveva contratto il Coronavirus) in cui De Pace spiegava «ho saputo giorni fa che mi sono ammalato e ho contagiato tutti. Ho contagiato tutti i miei parenti» non è neppure il tassello di un puzzle a cui mancano ancora troppi pezzi. Anche per questo “Chi l’ha visto?” ha rivolto un appello a chiunque sia in possesso di informazioni. E i carabinieri indagano in tutte le direzioni per cercare di capire se nella vita di quello che sembrava un giovane come tanti ci fossero angoli oscuri.
La famiglia di Lorena non ha mai notato nulla di strano nella coppia. Per il legale è impossibile che non si siano verificati episodi di violenza in precedenza e lancia un appello a chiunque sappia qualcosa. Lo zio della giovane ricorda in trasmissione che Antonio era come un figlio per suo fratello e sua cognata. Tutto è cambiato in una notte.

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