CATANZARO «Rispetto alla vicenda degli ex percettori di mobilità in deroga, che a causa dell’emergenza coronavirus hanno dovuto loro malgrado interrompere un percorso di lavoro avviato, manifestiamo preoccupazione e chiediamo a tutti gli attori istituzionali interessati uno sforzo ulteriore e supplementare». È quanto si legge in un comunicato di Italia del Meridione a firma di Emilio De Bartolo. «Pur apprezzando – continua la direzione generale di Idm – l’impegno dell’Assessore Orsomarso, per essersi fatto carico del problema e aver avviato un percorso, dobbiamo registrare che ancora non c’è una soluzione complessiva, che riguarda, fra ex percettori mobilita in deroga e altri tirocinanti, circa seimila persone in Calabria… come Italia del Meridione avevamo in precedenza manifestato scetticismo sul fatto che l’interlocuzione con il Governo Nazionale potesse portare a una risoluzione della vertenza, sollecitando quindi la Regione a trovare una soluzione alternativa, magari rimodulando i fondi Pac, in modo da venire incontro alle giuste esigenze di migliaia di persone. Ad oggi quello scetticismo trova purtroppo conferma, perché, come hanno anche sottolineato i tre Sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil, non c’è nessun sostegno nazionale, ma invece una anticipazione erogata dalla Regione Calabria a circa 700 lavoratori su un bacino di 4700 e cioè a quelli che avevano già avviato il tirocinio. Ci auguriamo e auspichiamo che l’anticipazione venga allargata a tutti i 4700 tirocinanti del bacino, che per cause di forza maggiore non hanno potuto incominciare a lavorare, oltre ad allargare la stessa anticipazione anche agli altri circa mille tirocinanti calabresi, eliminando gli appesantimenti burocratici di cui i Comuni, in questa fase di emergenza, non possono proprio farsi carico. Contemporaneamente, condividiamo e sosteniamo la proposta dei sindacati confederali di chiedere con forza al Governo Nazionale di inserire nel reddito di emergenza che si sta predisponendo, l’intero bacino dei tirocinanti calabresi, per offrire in questo modo una boccata d’ossigeno a migliaia di persone. E rispetto a questo facciamo appello a tutta la intera deputazione calabrese, perché conduca una aspra e dura battaglia in Parlamento, con l’obiettivo di portare a casa un risultato concreto e tangibile, perché mai come oggi pagare i tirocinanti è un vero e proprio obbligo morale a cui le Istituzioni devono fare fronte».
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