ROMA Stanziamenti «poderosi» per la crisi indotta dalla pandemia. E il tentativo, da parte del governo, di accelerare, visto che, finora, di soldi non ne sono stati erogati molti. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri fa il punto con Repubblica. E dalla disanima si ricava che, se per gli autonomi i tempi si annunciano più rapidi, i lavoratori per i quali è stata chiesta la cassa integrazione dovranno attendere di più.
«I 600 euro di marzo agli autonomi dovrebbero essere erogati tutti entro la prossima settimana», dice il ministro. «E il decreto di aprile sarà ancora più consistente». L’indennità dovrebbe passare da 600 a 800 euro per i mesi di aprile e maggio.
Per i lavoratori dipendenti le prospettive sono diverse. Le richieste di Cassa integrazione arrivate in Inps sono circa 300 mila per quasi 5 milioni di lavoratori. Il governo – ricorda Repubblica – ha stanziato – tra Cig e Fis, il fondo di solidarietà – 5 miliardi nel decreto Cura Italia del 17 marzo. Ma i tempi per gli accrediti non saranno brevi. Molto dipende dall’accordo tra Inps e Abi: le banche possono anticipare al singolo lavoratore fino a un massimo di 1.400 euro per 9 settimane di Cig a zero ore, per poi essere ristorate da Inps nel giro di 2-3 mesi. Ma il meccanismo non è ancora partito.
Poi ci sono le domande per la Cig in deroga, raccolte dalle Regioni. Almeno la metà di queste – una decina, secondo i consulenti del lavoro – sono ancora ferme per intoppi burocratici. La platea potenziale di questa Cig è ampia: 2,6 milioni di lavoratori. La maggior parte dei lavoratori dovrà attendere maggio.
Sono invece già 4 milioni le domande vagliate dall’Inps dopo il crash telematico dei primi giorni. Dal 15 aprile, assicura l’Istituto di previdenza, partiranno i primi accrediti sul conto di partite Iva, cococo, stagionali, artisti, agricoli, artigiani, commercianti. E nel giro di 4-5 giorni tutti dovrebbero ricevere i soldi. Nel frattempo, le Casse privatizzate (giornalisti, ingegneri, avvocati, architetti, etc) si sono mosse. Alcune hanno già assegnato i 600 euro. Una norma intervenuta successivamente al Cura Italia, però, ha bloccato tutto. Le Casse ora possono concedere l’indennità solo ai professionisti iscritti che non siano anche lavoratori dipendenti. Le domande dovranno quindi essere integrate. Timori sono legati anche al decreto liquidità – il numero 23 in vigore dal 9 aprile – che introduce un meccanismo a leva per la concessione di prestiti alle aziende piccole e grandi, garantiti dallo Stato.
Le imprese temono tempi lunghi e procedure poco snelle. Il centro studi di Unimpresa ad esempio segnala che la macchina organizzativa delle banche sarà pronta solo dal 20 aprile.
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