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«Tecnici assenti per malattia», la Mater Domini corre ai ripari (e assumerà meno infermieri)

Le defezioni costringono il management a riprogrammare l’emergenza Coronavirus. Un budget di 109mila euro sarà dirottato nei reparti di Radiologia e Neuroradiologia. Aspettative e congedi: tra defe…

Pubblicato il: 12/04/2020 – 15:15
«Tecnici assenti per malattia», la Mater Domini corre ai ripari (e assumerà meno infermieri)

di Pablo Petrasso
CATANZARO
«L’assenza per malattia di 5 tecnici di Radiologia non consente, in questo momento di grande emergenza, di assicurare i livelli essenziali di assistenza e di garantire contestualmente l’iter diagnostico dei pazienti affetti da Covid-19». Nelle premessa di un atto apparso sull’Albo pretorio dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro c’è tutto il senso dell’emergenza. Un’emergenza – quella delle assenze per malattia nelle settimane del Coronavirus – che è già diventata un caso a Crotone e, se non lo è a Catanzaro, certo ha costretto il management dell’Ao a rivedere i programmi sulle assunzioni pianificate per combattere il Coronavirus.
Con cinque assenti è tutto da rifare. E la burocrazia del Policlinico si è messa al lavoro per tappare la falla che rischia di mettere in crisi i percorsi diagnostici. Il risultato è che, «stante l’urgenza», saranno reclutati meno infermieri dei 48 previsti nel piano anti Covid progettato dalla Regione. Per farlo, 109mila euro saranno “dirottati” sul «reclutamento del personale tecnico di Radiologia» e sottratti «dal budget stanziato per il personale infermieristico che, pertanto, verrà ridotto proporzionalmente fino alla concorrenza della somma suindicata».

L’azienda ospedaliera Mater Domini

LA NUOVA EMERGENZA L’Aziende aveva già previsto di aumentare il numero di tecnici: lo scorso 30 marzo, infatti, è stato «indetto un avviso pubblico di manifestazione d’interesse finalizzato al reclutamento di due tecnici di radiologia medica con contratti di collaborazione coordinata e continuativa per far fronte all’emergenza Covid-19». L’iter è proseguito con la trasmissione dei curricula delle prime dieci domande pervenute, in ordine cronologico, alla Pec aziendale. Con l’avanzamento dell’ite, però, si è materializzata la nuova emergenza. E «i professori dell’unità operativa di Radiologia e Neurologia, con nota del 25 marzo, successivamente integrata dalla mail del 31 marzo, hanno inoltrato richiesta di implementare il personale già in servizio rispettivamente con 4 unità per l’Uo di Radiologia e 2 unità per l’Uo di Neuroradiologia». È un questa integrazione che viene posto l’accento sull’«assenza per malattia di 5 tecnici di radiologia». E il dato rischia di mettere in crisi l’Ao universitaria, individuata come centro di riferimento della Regione Calabria per la diagnostica e cura del Coronavirus. Per questa ragione, si legge nell’atto firmato dai manager, «è necessario adottare tutte le misure necessarie per far fronte alla emergenza assumendo unità di personale sanitario».
La conclusione del percorso amministrativo è una presa d’atto «dei lavori della commissione dell’avviso pubblico indetto inizialmente per reclutare due tecnici di radiologia medica con cococo per far fronte all’emergenza Covid-19». La “Mater domini” dispone così «il reclutamento di 4 tecnici di radiologia medica per l’Uo di Radiologia e 2 tecnici per l’Uo di Neuroradiologia. Tutti con contratti di sei mesi».

DEFEZIONI NELLE CORSIE Mentre a Catanzaro e Crotone affiorano alcune emergenze, le corsie che si intende riempire con l’avviso pubblico emanato dalla Regione si svuotano per altre procedure attivate a decine nelle scorse settimane. Quota 100, congedi parentali, congedi straordinari, aspettative con e senza retribuzioni, permessi concessi ai sensi della Legge 104 riempiono le pagine degli albi pretori delle Aziende del sistema sanitario regionale.
L’unico caso di (presunta, ovviamente) diserzione dagli ospedali è stato denunciato, però, all’Asp di Crotone. È di qualche settimana fa il report che certificava che circa 300 dipendenti aziendali si trovavano in regime di malattia. Nel dettaglio, si trattava di 33 medici, 17 oss e 91 infermieri. Fu l’ordine dei medici di Crotone a segnalare che, nonostante le cifre preoccupanti, molti sanitari erano presenti nelle prime linee per combattere il virus. E che, purtroppo, la scarsità di tamponi non permetteva a tutti di lavorare in sicurezza. Proteste analoghe si sono levate da tutte le strutture sanitarie calabresi. Troppi medici e infermieri “a mani nude” contro il Coronavirus. Troppo pochi i dispositivi di protezione individuale. Qualche defezione, forse, è dipesa anche da questo. (p.petrasso@corrierecal.it)

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