REGGIO CALABRIA «Spiace dover rimarcare la scarsa sensibilità che la struttura commissariale ed il dipartimento Tutela della Salute continuano a dimostrare nei confronti delle organizzazioni sindacali di categoria della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria». Così l’ Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie – organizzazione che raggruppa Aaroi Emac, Anaao Assomed, Anpo, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm – denuncia quella che definisce «assenza di confronto» per affrontare la sicurezza dei sanitari in prima linea sul fronte della lotta al Covid-19. «Dall’insediamento del Commissario ad acta, cioè dagli inizi di gennaio dello scorso anno ad oggi – segnalano i vertici delle organizzazioni – nonostante le gravi criticità che riverberano sul sistema sanitario calabrese, non ultima l’emergenza Covid-19, nonostante non siano certamente mancati momenti di confronto, mai, se non una sola volta per effetto di nostra specifica richiesta, Struttura Commissariale e Dipartimento Tutela ella Salute hanno avvertito l’esigenza di instaurare quel clima improntato “alla partecipazione consapevole, al dialogo costruttivo e
trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei conflitti”, come testualmente recita il Ccnl». Un atteggiamento tenuto dai commissari per il Piano di rientro e dal dipartimento regionale alla Salute che, secondo le organizzazioni di categoria, si è accentuato. Ed a questo proposito citano un esempio. «Del tutto recentemente – affermano in una nota – la Struttura commissariale e, per il seguito di competenza il direttore del dipartimento Tutela della Salute, hanno sottoscritto ed inviato per opportuna conoscenza ai Ministeri affiancanti, il Dca 74. Questo recepisce il protocollo nazionale relativo alla prevenzione ed alla sicurezza dei lavoratori della sanità in ordine all’emergenza Covid-19». «Attraverso lo stesso – prosegue la nota – viene costituito un Comitato regionale per il monitoraggio e la segnalazione delle situazioni più critiche. Tutto ciò, però, si concretizza senza coinvolgere le principali sigle, quelle maggiormente rappresentative della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria».
«Tale esclusione, se da un lato costituisce motivo di grave sperequazione nei confronti delle scriventi associazioni sindacali di categoria – sottolineano i vertici delle organizzazioni mediche calabresi – dall’altro priva il Comitato del contributo tecnico e scientifico che i professionisti possono apportare. Senza dimenticare che la materia oggetto del Comitato è la sicurezza dei lavoratori, che il maggior numero di lavoratori della sanità che sono deceduti nell’adempimento del loro dovere sono proprio i medici e che pertanto la tutela di questa categoria non può prescindere dalla presenza dei propri rappresentanti».
Da qui l’appello: «Per questo motivo le scriventi organizzazione sindacali di categoria – conclude la nota – hanno invitato il Commissario ad acta a convocare i loro legali rappresentanti a far parte del Comitato di che trattasi, proseguendo quel clima collaborativo iniziato tempo addietro e già, oggi, interrotto».
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