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Test, tamponi, mascherine. Gli acquisti della sanità calabrese contro il Coronavirus

«Le forniture della Protezione civile non bastano. Si compra ciò che si può: il problema ora sono i reagenti», spiega un manager. Dalle apparecchiature per potenziare le analisi agli strumenti per …

Pubblicato il: 14/04/2020 – 11:16
Test, tamponi, mascherine. Gli acquisti della sanità calabrese contro il Coronavirus

di Pablo Petrasso
LAMEZIA TERME
«Si compra ciò che si può, perché le forniture messe a disposizione dalla Protezione civile nazionale non bastano». Arrivano ogni due o tre giorni, «ma se non ci fossimo attivati in maniera autonoma avremmo corso il rischio di rimanere a lungo senza dispositivi di protezione». Per non parlare dei tamponi.
«Ma il vero problema, a questo punto, sono i reagenti», con la cui scarsità ci si confronta ogni giorno. Parla un dirigente di cui terremo riservato il nome. Le sue parole confermano che, con l’esplosione della pandemia, il mercato si è allargato al mondo, ogni Paese produttore privilegia la propria emergenza e reperire il materiale è diventato complicato (e in alcuni casi impossibile). Ci si muove su tutti i canali disponibili per reperire (soprattutto) presìdi di sicurezza, macchinari e prodotti per accelerare le analisi. Compaiono, negli albi pretori delle Aziende del sistema sanitario calabrese, anche i test per scovare gli anticorpi al Coronavirus. L’emergenza e la corsa agli acquisti provocano notevoli fluttuazioni dei prezzi. Il Corriere della Calabria ha raccolto un campione delle “armi” scelte dalla sanità regionale per combattere la crisi. A queste (foto sotto) si aggiungono i materiali forniti dalla Protezione civile nazionale.

SCOVARE IL VIRUS Lo scorso 30 marzo l’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” ha completato prima l’acquisto di 25 confezioni di “Genefinder Covid-19” (dalla Elitechgroup spa per un importo complessivo di 48.750 euro, con l’Iva si sale a 59.475) da fornire all’unità operativa di Microbiologia, poi ne ha comprato dalla ditta Cepheid srl altre 10 (per eseguire 3mila test) per un importo complessivo di 128.832 euro. La stessa azienda ha venduto all’ospedale del capoluogo l’apparecchiatura “GX 16-16”, uno «strumento idoneo a potenziare l’esecuzione giornaliera dei test Covid attraverso l’impiego della metodologia molecolare». Costo: 122mila euro, «con pagamento a valere sulle donazioni ricevute». L’attenzione del sistema sanitario è tutta rivolta all’acquisto di macchinari e strumenti che consentano di estendere il campo dell’indagine epidemiologica.
Alla “Mater Domini”, il 25 marzo scorso, si delibera l’acquisto di 400 test in cartuccia “real time” per la diagnostica rapida del Sars Cov2 per l’unità operativa di Microbiologia clinica. Li fornisce la ditta Cepheid srl. Il costo complessivo (Iva compresa) è di 17.177 euro, dunque si può procedere a trattativa privata. Sempre il 25 marzo, l’Azienza delibera l’acquisto «urgente» di 200 test sindromici per la diagnosi rapida di infezione da Sars-Cov2 con relativa strumentazione in service. Tutto andrà all’unità operativa di Microbiologia. Il fornitore è la ditta Qiagen srl, il costo è di 39.720 euro. Altri 200 test sono stati comprati l’8 aprile, dalla Beta Diagnostici sas, al prezzo di 10.638 euro.
Oltre al materiale per effettuare i test, serve anche quello per prelievi e trasporto: i dispositivi necessari vengono acquistati dalla ditta Chemic Als al costo di 2.300 euro (con l’Iva si sale a 2.806). Servono anche due personal computer per l’unità operativa Malattie infettive Covid-19 allestita nel Policlinico universitario: 2562 euro da versare alla “Multiservizi tecnologici”, come previsto da una delibera del 2 aprile scorso. Il 3 aprile è il turno di 20 sfigmomanometri automatici digitali: arrivano dalla Omnia Hospital Office al prezzo di 1.098 euro, Iva inclusa.
PROTEGGERSI DAL COVID-19 All’Azienda, ovviamente, servono dispositivi di protezione individuale. La ditta Tregena srl di Roma fornisce un preventivo di spesa e la garanzia di un approvvigionamento in tempi rapidi. L’ordine comprende camici per operatori sanitari, giacche e pantaloni. La somma complessiva impegnata il 25 marzo è di 32.839 euro. Il 6 aprile, invece, si acquistano tute intere con cappuccio protettivo di tipo 3 per l’emergenza Covid-19. Sono 800, costano 23.716 euro, le fornisce la ditta “Antinfortunistica Gallo”. Più di recente – lo scorso 10 aprile – sono state acquistate altre tute monouso: sono 2mila, al costo di 23.131 euro, versati alla Benefis srl. E mascherine chirurgiche a tre strati con elastico: in tutto 50mila, costeranno 29.158 euro e saranno fornite sempre dalla Benefis srl.

I TEST PER GLI ANTICORPI Oltre alle protezioni, la “Mater Domini” pensa anche alla “fase 2” con l’acquisto (il 6 aprile) di 1.200 kit del dispositivo medico Vivadiad Covid-19 IgG/IgM. Si tratta dei test diagnostici in vitro per la determinazione degli anticorpi anti Covid-19 nel sangue umano. Sono presìdi sulla cui validità la comunità scientifica discute da settimane. A Catanzaro li fornisce la Mercurio Holding srl al costo (Iva inclusa di 23.424 euro). Su questo fronte, gli acquisti sono andati avanti. Il 9 aprile, l’Azienda da deliberato di comprare 3mila test da effettuare sul kit Gene Finder dalla ditta Elitech Group. Saranno forniti all’unità operativa di Microbiologia clinica al prezzo di 71.370 euro. L’Azienda ospedaliera di Cosenza si attrezza per eseguire i test per la rilevazione dell’antigene e degli anticorpi del virus con un importo a base d’asta di 26mila euro.
CASCHI PER LA SUB INTENSIVA Ai primi d’aprile, l’Azienda ospedaliero-universitaria ha acquistato anche 10 caschi per terapia subintensiva dalla ditta Dmo: costo complessivo, 3.477 euro. E poi 20 termometri digitali (Arga medicali, 2.928 euro), 40 saturimetri e 3 sfigmomanometri (da Lewis Medica: 2.549 euro). Sono finite alla “Mater Domini” anche 714 confezioni di mascherine sequestrate dalla Guardia di Finanza a B. L. nelle scorse settimane e cedute al Policlinico al costo di 1.999 euro. Altre 400 mascherine del tipo Ffp2 N95 sono state acquistate al costo di 4,5 euro ciascuna.
LA TENDA La tenda pre triage allestita all’ospedale “Pugliese Ciaccio”, e finita nel mirino di Report per un posizionamento che non appare adatto a mantenere le distanze di sicurezza, è costato 3.500 euro per i lavori e 475 per la fornitura di termoconvettori elettrici ad aria calda. Altri 2.600 euro sono stati investiti per i lavori elettrici del reparto di psichiatria da trasformare in reparto Emergenza Coronavirus. Con l’aggiunta dell’Iva (al 22%) si arriva agli 8.021 euro corrisposti alla Siram.
QUI VIBO È caccia alle mascherine anche per l’Asp di Vibo, che il 10 aprile scorso ne ha bloccate 50mila “chirurgiche 3 strati con elastici” dopo aver interpellato “per le vie brevi varie ditte fornitrici” capaci di assicurare consegne in tempi rapidi. La scelta è ricaduta sulla ditta Benefis srl, il costo è di 29.158 euro. L’ordine precedente – 20mila mascherine Ffp2 e 3mila Ffp3 – risale al 2 aprile: prezzo totale, 67.832 euro versati alla DA Global Service srl.
Alla Detergimo Service srl, sempre il 10 aprile, sono stati ordinati invece tute, calzari, occhiali, mascherine Ffp2 e Ffp3, dosatori, gel e filtri per un totale di 11.163 euro.
Cepheid srl fornirà all’Asp 500 test per la rilevazione del Coronavirus al costo di 21.472 euro, Iva inclusa. Vibo sta cercando di attrezzare un proprio laboratorio per effettuare esami (al momento fa riferimento ai centri del “Pugliese Ciaccio” e del “Mater Domini”), questo è uno degli step necessari prima dell’avvio, il problema a questo punto sarà reperire i reagenti.

LE “ARMI” DEL GOM L’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria ha deliberato l’acquisto di 40mila cappellini chirurgici a scafandro per l’unità operativa di Farmacia. Costo: 61mila euro, saranno spediti dalla C&B Medical srls Unipersonale. Altro acquisto, sollecitato sempre dall’Uoc di Farmacia, riguarda 4mila kit composti da tuta in tyvec integrale, guanti in nitrile e mascherina in Tnt  tre strati. La trattativa diretta è stata conclusa con la Mct Distribution&Service srl: 90.280 euro Iva inclusa. Altro materiale monouso (40mila cappellini verdi in polipropilene con forma a tamburo e lacci dietro la nuca) è stato acquistato al costo (Iva inclusa) di 13.664 euro dalla ditta Medifarma. Ancora: 600 tute protettive sono state acquistate al costo di 11.485 euro dalla C&B Medical srls. E dalla Omnia Cardiovascular sono arrivare 13.400 mascherine chirurgiche al costo di 10 centesimi l’una.
Le richieste sono tante e, come dicevamo, la concorrenza è globale: un fenomeno che genera fluttuazioni notevoli nei prezzi. E forse non c’è da stupirsi se ciò che a Reggio Calabria costa 10 centesimi, in un’altra Azienda sanitaria può avere un prezzo doppio, a volte triplo (per non parlare delle farmacie, che vendono le mascherine chirurgiche a prezzi fino a 25 volte superiori, sempre rispetto a quanto pagato dal Grande ospedale metropolitano). Sempre per attrezzarsi a fronteggiare l’emergenza, il Gom ha acquistato anche 50 termometri a infrarossi Visiofocus Pro, al prezzo unitario di 145 euro più Iva, per un importo totale di 8,845 euro. (p.petrasso@corrierecal.it)

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