COSENZA Bonaventura Ferri è passato per l’ultima volta davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco dove per anni ha prestato servizio. Caporeparto e figlio d’arte, come suo padre nel 1996 era entrato all’interno dei Vigili del Fuoco diventando dopo appena 10 anni capo squadra e poi coordinatore del reparto. Ferri è morto nella notte tra Pasqua e il Lunedì dell’Angelo dopo aver combattuto per quasi un mese contro l’infezione da Coronavirus che il 19 marzo ne aveva reso necessario il ricovero. Mai domo, neanche durante la degenza ospedaliera. Con lo stesso spirito con cui ha affrontato la sua vita privata e da professionista del soccorso tecnico urgente ha guardato in faccia la malattia che se l’è portato via ad appena 51 anni lasciando orfana l’intera famiglia dei Vigili del Fuoco di una figura professionale unica non solo a livello locale ma nazionale. Per una volta, il centralino della caserma di Viale della Repubblica non è stato intasato da chiamate con richiesta di soccorso. Lungo la linea telefonica si sono rincorse le voci di amici, colleghi e persone che avevano incontrato Ferri nel corso della loro carriera e ne avevano apprezzato qualità professionali e sindacali. Tutte le caserme d’Italia oggi si sono fermate per osservare un minuto di silenzio, in moltissime come in quella di Napoli i Vigili del Fuoco hanno parato mezzi e spiegato le sirene per salutare per l’ultima volta quel collega dall’animo gentile. Nel corso del picchetto d’onore tributatogli dai colleghi di Cosenza, alla presenza dei familiari e della moglie Mariolina, il personale di Cosenza ha deposto vicino al feretro i fiori e l’elmetto rosso con il quale Bonaventura Ferri insieme ai “suoi” uomini ha realizzato innumerevoli interventi. (mi.pr )
https://www.youtube.com/watch?v=vJJHok5D5v4&feature=youtu.be
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