di Michele Presta
COSENZA Sull’affaire “Villa Torano” la Procura di Cosenza ha aperto un fascicolo d’indagine. Gli investigatori, agli ordini di Mario Spagnuolo, ora dopo ora lavorano per ricostruire quanto sia accaduto nella struttura di assistenza per anziani che si trova nel piccolo comune della Valle del Crati. Dal quarto piano del palazzo di giustizia non trapelano indiscrezioni circa eventuali iscritti nel registro degli indagati, certo è che i militari dei Nas, fin dalle ore immediatamente successive alla comunicazione di un caso di positività nella struttura, hanno effettuato delle ispezioni. Controlli mirati non solo a “Villa Torano” ma anche in altre strutture gestite dallo stesso gruppo. Nelle annotazioni dei carabinieri datate 14 aprile circa il sopralluogo effettuato nella residenza per anziani di Torano, non emergono irregolarità. La direzione amministrativa avrebbe adottato tutte le precauzioni prescritte dalla legge per evitare la diffusione del Coronavirus, ma questo primo accertamento non sarà l’unico disposto dalla magistratura. La storia ormai è nota e di dominio pubblico.
I 67 casi di positività al Covid-19 accertati inizialmente sono stati ribaltati in un batter d’occhio, quando sarebbe stato reso noto che l’operatore addetto al campionamento avrebbe eseguito l’operazione senza cambiare mai guanti. Tutto da rifare e ad oggi sui primi 75 tamponi effettuati dal personale sanitario incaricato, i positivi sono solo 20 mentre rimangono ancora da processare 40 tamponi.
Sono contagiati da Coronavirus 19 professionisti impiegati nella struttura e un paziente anziano che si trovava nella clinica. Anche nella peggiore delle ipotesi, i numeri si discosteranno dai 67 del primo test. Ma le attenzioni degli inquirenti non si concentreranno soltanto sulle eventuali violazioni di legge circa l’attività di riscontro dei possibili infetti. Il ventaglio potrebbe aprirsi anche a tutte le attività collaterali svolte sia nei giorni precedenti lo scoppio del caso che in quelli successivi. Nelle scorse ore anche il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Giuseppe Zuccatelli ha chiesto una relazione dettagliata al dipartimento di Prevenzione per ricostruire quanto accaduto dal giorno di Pasqua – quando sarebbe emerso il primo caso di contagio di una paziente – in poi. (m.presta@corrierecal.it)
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