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Covid-19, Federalberghi: «In Calabria estate 2020 già chiusa»

Il segretario generale Francesco Perino traccia il quadro della situazione che sta vivendo il comparto: «Zero prenotazioni nelle strutture. A rischio cinquemila lavoratori». E attacca: «Dal Governo…

Pubblicato il: 17/04/2020 – 12:27
Covid-19, Federalberghi: «In Calabria estate 2020 già chiusa»

REGGIO CALABRIA «Non abbiamo linee-guida sulle norme che dovremo rispettare nel momento in cui riapriremo, non abbiamo un centesimo di liquidità, le prenotazioni sono zero e 5mila lavoratori stagionali resteranno a casa. La situazione è drammatica». A dirlo all’AdnKronos è Francesco Perino, segretario generale Federalberghi Calabria. «Fare previsioni è difficile – spiega – perché nessuno sa quando finirà la pandemia o se davvero la ripartenza graduale sarà dopo il 4 maggio. Inoltre, stiamo ancora aspettando delle linee-guida sulle restrizioni che saremo tenuti a seguire, per ora è tutto vago, non c’è nulla di ufficiale. Sia il ministro Franceschini che la sottosegretaria al Turismo hanno lanciato delle ipotesi sul turismo ‘di prossimità’ per  quest’estate, ma ancora non c’è nulla di certo. Nero su bianco non c’è nulla, zero, nessuno ci ha comunicato nulla. Pensi che le strutture non hanno ancora iniziato a fare manutenzione. Si ipotizza, nel nostro ambiente e ufficiosamente, che la stagione potrebbe aprirsi a fine giugno, inizio luglio, ma sempre con aperture ridotte, perché avremo il problema dei buffet, delle stanze, di come gestire le presenze in spiaggia, della impossibilità di far svolgere eventi». Quanto agli aiuti economici annunciati dal governo per il comparto turistico, il segretario generale di Federalberghi Calabria non usa mezzi termini: «Solo propaganda, con un decreto liquidità senza liquidità e con le banche non ancora pronte. Anche per questo le prospettive di recupero sono bassissime, ormai la stagione estiva è andata. Molte strutture hanno già deciso di non aprire nel 2020. Molti avevano già fatto la programmazione coi tour operator esteri, avevano accordi, e hanno dovuto restituire gli acconti. La Calabria non vive di turismo di prossimità, di calabresi che vanno in vacanza. La maggior parte del turismo in Calabria è turismo estero, con tour operator esteri, abbiamo grandi flussi da Germania e Russia a Tropea, Pizzo, Scalea, e ad oggi le prenotazioni sono zero, totalmente zero». «L’anno scorso – aggiunge -, di questi tempi, russi e tedeschi già cominciavano ad arrivare, la preparazione delle strutture cominciava già a febbraio per la manutenzione ordinaria e straordinaria, già a metà maggio il 60-70 per cento delle strutture era pieno, quest’anno zero, anche perché senza linee-guida che ci dicano quali sono le misure da prendere e le regole da rispettare, quali le restrizioni, è impossibile fare qualunque tipo di programmazione. Le prospettive sono nere, e anche se dovessimo ripartire a breve, potremo recuperare un 20 massimo 30 per cento, ma solo col turismo di prossimità, calabresi che tornano nelle seconde case e qualche italiano che sceglie la Calabria». Subito dopo il segretario di Federalberghi Calabria si sofferma su un altro dettaglio di non poco conto: «Aggiungo – afferma – che qualche giorno fa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, prima di chiedere scusa ha anche detto che era meglio non prenotare per questa estate. Veda lei». Ma una delle ricadute più drammatiche riguarda i lavoratori stagionali: «Ne abbiamo circa 5mila – sottolinea Perino -, di solito di questi tempi sarebbero già al lavoro, e invece ad oggi sono tutti a casa, tutti, e non hanno nessun tipo di ammortizzatore sociale, visto che non sono assunti. Hanno solo i 600 euro ricevuti a marzo. Si tratta di persone disperate, perché aspettano l’estate per lavorare a guadagnare e ora si ritrovano senza nessun sostegno economico».

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