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Spirlì e il "buio" social sulla sua campagna promozionale

Non c’è più traccia su facebook dell’iniziativa “Scegli calabrese” che ha sollevato un mare di polemiche per la presenza del simbolo della Lega insieme a contenuti istituzionali

Pubblicato il: 18/04/2020 – 20:27
Spirlì e il "buio" social sulla sua campagna promozionale

CATANZARO “Questo contenuto non è al momento disponibile”. Non è più social, la campagna “Scegli calabrese” di Nino Spirlì, vicepresidente della Giunta in quota Salvini-Lega (prima Salvini che Lega, sicuramente prima Salvini che Lega Calabria…). Forse è questo, l’effetto della bufera scatenata dal lancio della sua campagna, accusata di mettere insieme istituzione e partito, visto che la campagna si basa(va) su immagini di prodotti tipici calabresi contornati in alto dal simbolo della Lega e in basso dalla scritta “a cura della vicepresidenza della Regione Calabria”: come dire, mettere insieme cose che insieme non possono stare, il sacro e il profano o l’acqua santa e il diavolo, per usare una terminologia cara a Spirlì, che non fa mistero della sua religiosità e della sua fede ultra-cattolica. Il Pd, il Movimento 5 Stelle, Callipo e il suo gruppo, tutti contro Spirlì e contro questa confusione di ruolo istituzionale e di ruolo politico, tutti a chiedere conto alla Santelli: ma anche nel centrodestra ci sarebbe parecchio imbarazzo e persino la “sua” Lega non l’avrebbe presa bene, limitandosi a una difesa d’ufficio del vicepresidente. Da qui, presumibilmente, l’”auto-oscuramento” social di Spirlì, il sipario calato sulla campagna “Scegli calabrese”, oggettivamente infelice per come era stata concepita e per come è finita.
GLI “SCIVOLONI” Uno “scivolone” che si aggiunge ad altri che Spirlì ha collezionato in nemmeno un mese di presenza al secondo gradino più alto della scala gerarchica della Cittadella: basti pensare alla sua prima esternazione, relativa alla tendopoli di San Ferdinando con riferimento all’emergenza coronavirus, non propriamente una priorità, e poi alla polemica su una sua presunta dimenticanza di Crotone in un ragionamento sulla cultura in Calabria, e ancora ai mugugni che avrebbe sollevato con la sua “eccentricità” all’esordio tra i banchi di Palazzo Campanella occupati da consiglieri rigorosamente in giacca e cravatta. Per non parlare di qualche “frizione” che Spirlì avrebbe già avuto con colleghi di Giunta. Insomma, un po’ di “pasticci”, tra i tanti che il Carroccio calabrese ha già collezionato in questi ultimi mesi, caratterizzati più a reiterare le “faide” tra i vari “big” salviniani che non a fare davvero qualcosa di utile alla regione: l’uno contro l’altro “armati”. Ma magari adesso su una cosa si metteranno d’accordo: tutti “armati” contro Spirlì… (c.ant.)

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