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«Giù la maschera (delle ipocrisie) per la salute e il bene di questa regione»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 19/04/2020 – 12:16
«Giù la maschera (delle ipocrisie) per la salute e il bene di questa regione»

Giù la maschera (delle ipocrisie) e su le mascherine anti-virus. E’ la regola per superare dignitosamente e bene la crisi da Covid-19 che, fortunatamente, ha risparmiato la Calabria, altrimenti destinata al disastro.
La politica comincia a darsi torto
E’ quanto viene fuori (e bene) dalla lettura degli articoli – pubblicati in questi giorni su questa rivista – a firma di Orlandino Greco (Idm), Francesco Sapia (M5S) e Domenico Bevacqua (PD), a severa deprecazione dell’operato dei maggiorenti della sanità calabrese, della quale non frega ad alcuno a livello governativo, indipendentemente da chi rappresentato. Ecco perché, qui, arrivano a (s)governarci le scorie del peggiore management rinvenibile sul panorama nazionale. I generali a riposo che di sanità non sanno nulla (al riguardo del loro utilizzo – nell’assoluto rispetto delle persone via via coinvolte nella gestione della Pa calabrese – sarebbe utile rivedere il film del grande Totò “il Comandante” del 1963), i super pensionati amici della politica che si assicurano ivi, da tempo, carriere fatte apposta, con retribuzioni aggiuntive pari a quanto guadagnano annualmente quattro famiglie medie calabresi, e i dirigenti eternamente in auge solo perché sempre accomodanti e appartenenti alle solite predominanti cordate, che costano tanto al Paese (e alla Calabria!) senza dare nulla. Tutto questo determina da sempre, accentuato con il commissariamento ad acta decennale, la peggiore catena di comando delle sanità regionale. Un puro esempio di inadeguatezza diffusa, cui vengono affidate le nostre sorti e quelle dei tanti bravissimi operatori sanitari che onorano la regione per sacrificio e impegno indefesso, cui non si riconosce tuttavia l’accesso alle progressioni per merito.
La ragione a tutti i costi non serve a nulla, tutt’altro
Ecco perché sono utili le posizioni (finalmente) assunte dai tre politici, cui si faceva riferimento. Ciò perché, per intanto, rappresentano una seria (anche qui finalmente) autocritica sull’altrettanta incapacità delle forze politiche dai medesimi rappresentante, tutte inadempienti per anni nei confronti di ciò che occorreva alla nostra regione, alla nostra salute e non si è fatto. Una insensibilità che ha portato la nostra regione a fornire prova della inidoneità assoluta ad assicurare, in tempi di «pace», i Lea e la sostenibilità dei bilanci e, in quelli di «guerra», a dimostrare le peggiori carenze nell’affrontare gli effetti del Covid-19. Un coronavirus che qui si sta comportando in modo meno aggressivo che altrove, lasciando così immaginare cosa sarebbe ivi successo nell’ipotesi di entità di «attacco» e con la frequenza registratisi in Lombardia e confinanti.
Siamo in prossimità dell’orrore, anche burocratico
La vicenda delle Rsa calabresi – fortunatamente non impegnate dalle nostre parti come smaltimento degli infetti non spedalizzabili, del tipo quelli attenzionati dalla Magistratura penale meneghina per reati gravissimi – dimostrano, in tutta la sua particolarità, i rapporti eccessivamente bonisti intrattenuti dalla peggiore burocrazia, forse per questo per questa divenuta «immortale». Un rapporto «generoso» che rende tanto alla politica che cambia nei nomi (forse) ma rimane espressione delle stesse abitudini, indispensabili per campare i loro inesauribili, ripetibili e numerosi seguiti.
Ci si inventano le regole
Da qui, anche il ricorso a pratiche illegittime per assicurare anche le proroghe dirigenziali, possibili (forse) su Marte ma di certo non nell’ordinamento in presenza di decadenze intervenute inesorabilmente di diritto. Ma anche in assenza di procedimenti amministrativi, cui il DL 18/2020 (art. 103) attribuisce la facoltà di proroga, anche se di fatto esclusa nello specifico dall’art. 87, comma 5.

L’augurio
Ben venga quindi l’autocritica come regola, come modo normale di esercitare la buona politica. Su tutto, meglio farla quando si è in carica e correggere in tempo (quasi) reale quando si sbaglia! Ce lo auguriamo che accada!

Docente Unical*

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