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Gli interrogativi sul funerale shock a Lamezia. Partono le indagini

Il sindaco Mascaro: «Sono sconcertato, ora si indaghi. Ma il Comune non può intervenire». Restano i dubbi su come la bara sia arrivata nel quartiere e ci si attende la presa di posizione di Jole Sa…

Pubblicato il: 19/04/2020 – 12:09
Gli interrogativi sul funerale shock a Lamezia. Partono le indagini

LAMEZIA TERME Una cerimonia funebre celebrata nonostante i divieti imposti a causa del coronavirus e il conseguente e inevitabile assembramento di decine di persone. Quanto avvenuto nelle scorse ore a “Ciampa di Cavallo”, quartiere di Lamezia Terme che ospita famiglie rom e non rom, ha tutti quegli ingredienti necessari per far scattare in città l’allerta tra i cittadini e tra le forze dell’ordine. Gli investigatori, infatti, hanno già preso possesso del video che da ieri circola sui social e i giornali per cercare di identificare tutti i presenti al rito funebre. Ma gli interrogativi, molti, restano.
GLI INTERROGATIVI Ci si chiede, ad esempio, come sia possibile che la bara del compianto sia stata fatta entrare nel quartiere o, ad esempio, come sia possibile che tutta la cerimonia si sia svolta senza che l’amministrazione lametina o le forze dell’ordine si accorgessero di quanto stesse avvenendo.
SINDACO SORPRESO Ancora più perplesso il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro, intervistato dal Corriere della Calabria: «Ho visto il video – ha detto – e sono rimasto particolarmente sorpreso. Mi meraviglio di come tutto ciò si sia potuto verificare. C’è sconcerto perché da settimane parliamo di rispetto delle regole che deve valere per tutti, nessuno può essere escluso, dalla più semplice ed elementare e a quella più dura e difficile da sopportare». «Spero come sindaco di questa città – ha detto ancora Mascaro – che siano avviati subito tutti gli approfondimenti previsti e le indagini necessarie per verificare come, quanto visto nelle immagini, si sia potuto verificare e, soprattutto, per adottare tutti i provvedimenti previsti contro i responsabili». In tanti, poi, si sono chiesti come sia stato possibile che il primo cittadino lametino non si sia accorto proprio di nulla: L’amministrazione – ha detto ancora Paolo Mascaro – è presente in ogni ambito in cui ha competenza per intervenire. Poi vi sono ambiti di intervento in cui il Comune, invece, non ha alcuna competenza».
IL PARALLELISMO Da un lato Lamezia e il funerale choc a “Ciampa di Cavallo”, dall’altro quanto avvenuto nel Comune di Saviano, in provincia di Napoli. Qui, infatti, decine di persone hanno preso parte all’ultimo saluto rivolto al compianto sindaco e medico Carmine Sommese, morto a causa del coronavirus con il presidente della Regione Campania, De Luca, che ha deciso pertanto di mettere tutti il comune in quarantena per «evitare  il sorgere di un focolaio di contagio – ha detto il presidente campano – a tutela della salute dei cittadini di Saviano, di quella dei Comuni vicini». E in Calabria? Non resta che attendere quella che sarà l’eventuale presa di posizione del presidente Jole Santelli.
GUARASCIO: «FATTO DI ESTREMA GRAVITÀ» «Quanto accaduto a Ciampa di Cavallo, in occasione di un funerale, è di estrema gravità e chiama in causa principi di legalità che ancor di più oggi, alle prese con un’emergenza sanitaria senza precedenti, devono trovare realizzazione». Così sui suoi profili social Eugenio Guarascio, già candidato alla carica di sindaco alle ultime amministrative di Lamezia. «Pur servando sentimenti di umana comprensione per il dolore di un lutto, è urgente e necessario assumere immediati provvedimenti a protezione della comunità lametina, attivando – nel frattempo che magistratura e forze dell’ordine accertino violazioni di legge ed eventuali responsabilità penali – tutte le misure di profilassi e contenimento di possibili contagi. La preoccupazione oggi è grande, tanto più per la stragrande maggioranza dei lametini che con dedizione e senso di responsabilità in queste settimane difficili hanno rispettato le norme di sicurezza Covid 19. Sollecito, dunque, tutte le autorità preposte ad attivare i protocolli sanitari a tutela della cittadinanza». (Gi.Cu.)

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