REGGIO CALABRIA Il lettore cd in dotazione del carcere di Terni ancora non funziona e il boss Giuseppe Graviano non riesce ad ascoltare le intercettazioni a suo carico del 2016 con il codetenuto Umberto Adinolfi. Ennesimo capitolo sconcertante e il risultato è che l’esame del capomafia di Brancaccio previsto oggi davanti alla Corte d’assise di Reggio Calabria nell’ambito del processo ‘ndrangheta stragista che lo vede imputato, è saltato di nuovo.
I CONTINUI PROBLEMI Nelle scorse udienze il boss aveva iniziato a rispondere, seppure a tratti sempre per lo stesso motivo, ma poi non aveva proseguito in attesa di ascoltare le intercettazioni del 2016. Ma nonostante siano trascorsi quasi due mesi dall’ultima udienza, il problema non è stato risolto. Sono numerose le intercettazioni tra Graviano e Umberto Adinolfi, molte delle quali furono anche acquisite nell’ambito del processo sulla trattativa tra Stato e mafia di Palermo. «Non sarà possibile terminare oggi l’esame di Graviano – annuncia l’avvocato Aloisio – le difficoltà sono sempre le stesse. I file audio relativi alle conversazioni intercettate con Umberto Adinolfi presso il carcere, inviati dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo alla casa circondariale non sono stati sentiti da Graviano, perché il supporto informatico in dotazione non permette di ascoltare questi file audio. L’apparecchio non è adeguato per potere aprire i file e procedere all’ascolto, si blocca e non funziona». «Credo che questo incida sui diritti difensivi dell’imputato – prosegue l’avvocato Aloisio – quindi il mio assistito non può continuare l’esame perché ci sarebbe una limitazione dei diritti difensivi del signor Graviano che potrebbe incidere sulla validità della prova e sulla utilizzabilità della prova, ci potrebbe essere un profilo di nullità che, come detto, andrebbe a incidere anche sulle udienze precedenti perché le conversazioni sono legate tra loro».
ESAME DIFFERITO Per questo motivo l’avvocato Giuseppe Aloisio ha chiesto «un differimento dell’udienza di oggi affinché si possa procedere all’esame preceduto dall’ascolto dei file audio in carcere. Chiedo nuovamente alla casa circondariale di Terni di fornire un pc affinché Graviano possa ascoltare le conversazioni». In una delle ultime udienze, il boss mafioso aveva detto di avere incontrato tre volte l’ex premier Silvio Berlusconi, a Milano, mentre era latitante. Circostanza smentita con forza dai legali dell’ex Cavaliere. Molto duro poi il Procuratore aggiunto Lombardo che denuncia: «E’ davvero inspiegabile come un carcere in due mesi non abbia risolto una cosa banalissima come la presenza di un lettore cd. Non capisco perché in due mesi questa situazione non è stata portata alla nostra attenzione». «Se loro hanno problemi – conclude Lombardo – ci possiamo pensare noi. Ne parliamo con il Dap. Non serve un lettore dvd ma un computer portatile. In carcere possono entrare dei pc con le periferiche chiuse».
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