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'Ndrangheta stragista, Lombardo deposita nuovi verbali

Ripreso il processo a Reggio Calabria. Il procuratore aggiunto: «Sentire i collaboratori Santino Di Matteo e Roberto Mandalà»

Pubblicato il: 20/04/2020 – 18:14
'Ndrangheta stragista, Lombardo deposita nuovi verbali

REGGIO CALABRIA Il Procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Lombardo ha preannunciato durante l’udienza odierna il deposito di nuove informative e atti di accusa nell’ambito del processo ‘Ndrangheta stragista dove sono imputati di associazione mafiosa e strage l’ex capo mandamento di Cosa nostra di Brancaccio (Palermo) Giuseppe Graviano e il boss di Melicucco Rocco Santo Filippone.
Il Pm ha infatti reso noto al presidente della Corte d’Assise Ornella Pastore ed alle difese, rappresentate dagli avvocati Giuseppe Sorace (Filippone) e Giuseppe Aloisio (Graviano), di volere sentire come testi in udienza i collaboratori di giustizia Santino Di Matteo e Roberto Mandalà specificando di avere anche depositato i verbali dei pentiti Leonardo Messina, ex boss della mafia di San Cataldo, Gioacchino Pennino e di un «verbalizzante locale», senza indicarne espressamente le generalità in dibattimento.
L’avvocato Aloisio ha invece chiesto alla Corte di chiamare al banco dei testimoni il generale dei carabinieri Marco Minicucci e il Direttore centrale anticrimine della polizia di Stato, Francesco Messina, che nei primi anni 90 erano impegnati nella cattura dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. L’udienza è stata assorbita dalle questioni legate all’impedimento di Graviano di ascoltare le registrazioni inviategli dalla Procura reggina sulle discussioni in carcere con il boss camorrista pentito Umberto Adinolfi sui contatti con esponenti dell’imprenditoria lombarda e sulle richieste che venivano da quegli ambenti di proseguire negli anni ’90 con gli attentati ai carabinieri e le bombe contro importanti edifici pubblici.
Le intercettazioni contengono anche elementi relativi ai rapporti intrattenuti dal boss di Brancaccio con Domenico Vadalà, boss della ‘ndrangheta, al quale Graviano si sarebbe rivolto attraverso la sorella accompagnata a Bova Marina da Tony Calvaruso, adesso pentito, ma per anni vicinissimo a Leoluca Bagarella, per “aggiustare” un processo in Cassazione. «Di dieci dischetti che mi sono stati consegnati – ha detto Graviano – non mi è stato possibile ascoltarne neppure uno per difetto del sistema informatico». Prossima udienza fissata al 4 maggio: il pm Lombardo continuerà l’esame di Graviano.

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