CATANZARO Lavori (pubblici) finiti a carte bollate. Succede spesso in Calabria rendendo non rado l’intervento dei giudici amministrativi necessario per ristabilire la normalità. Tanto ha fatto, anche questa volta, il collegio presieduto da Giancarlo Penneti, con a latere Francesco Tallaro e Francesca Goggiamani confermando il decreto del dirigente generale del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive del 29 ottobre 2019, con il quale la Regione Calabria autorizzava la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte idrica. Protagonisti della vicenda la Idronninnova s.r.l.s., del rappresentante legale Christian Patitucci ed il comune di Cerisano.
La vicenda contenziosa è nata dal provvedimento vergato negli uffici della cittadella, del quale il comune, aveva chiesto una sospensione in via cautelare. Alla base della richiesta dell’amministrazione comunale una serie di violazioni di legge indicate nel ricorso nonché la sussistenza di gravi danni per l’interesse collettivo tali da poter giustificare la paralisi e l’annullamento dell’autorizzazione in favore della Idroinnova. Dello stesso avviso, però non sono stati i giudici del Tribunale Amministrativo di Catanzaro che non ha condiviso le ragioni addotte dal comune delle Serre Cosentine. I giudici hanno riscontrato l’assenza di ogni pregiudizio connesso all’opera in questione, ed alla luce dell’emersione della correttezza della conferenza dei servizi preposta alla decisione finale, nonché dando particolare rilievo alle posizioni positive sull’opera espresse dall’Autorità di Bacino nell’Appennino Meridionale, con l’ordinanza numero 223 del 2020, pubblicata il 21 Aprile 2020 hanno asserito in via definitiva la coerenza con le finalità del perseguimento del pubblico interesse dell’impianto della Idroinnova s.r.l.s.
Il collegio giudicante ha invece ritenuto valevoli, le controdeduzioni esposte gli avvocati Renato Rolli e Claudia Parise, coadiuvati dal supporto tecnico dell’avvocato Dario Sammarro, sgombrando il campo da dubbi in merito alla sussistenza dell’utilità pubblica dell’impianto nato al fine di evitare il peggioramento di condizioni ambientali e rivelatosi essere, in prospettiva, funzionale per apportare evidenti miglioramenti in materia di tutela ambientale, nonché produzione di un servizio essenziale quale l’energia elettrica. Altro punto focale dell’opera dei legali è stato il riuscir a sottolineare come: «L’utilizzazione delle fonti di energia rinnovabile e le opere relative, sono indifferibili ed urgenti anche in considerazione del fatto che la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra attraverso la ricerca, la promozione, lo sviluppo e la maggior utilizzazione dei fonti energetiche rinnovabili e di tecnologie avanzate e compatibili con l’ambiente costituisce un impegno internazionale assunto dall’Italia con la sottoscrizione del “Protocollo di Kyoto” dell’ 11 dicembre 1997» spiegano. La pronuncia evidenzia la vitale importanza di consentire l’espletamento di attività private finalizzate a perseguire interessi ultraindividuali e dal carattere essenziale, al ricorrere dei presupposti ed al ricorrere dei relativi pareri delle Autorità preposte, anche in momenti di transizione come questi nei quali l’attività di impresa si scontra con i muri, forse non più invalicabili, dell’emergenza sanitaria Covid-19.
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