LAMEZIA TERME «Ho sposato da subito l’iniziativa del magnifico rettore De Sarro e che vede d’accordo anche la maggior parte degli ospedalieri rispetto ad una situazione di grande criticità che ogni regione dovrà affrontare presto se è vero, così come ci dicono, che ci sarà una seconda ondata del Covid-19 verso il mese di ottobre». Questo quanto affermato da Wanda Ferro, coordinatrice provinciale di Fratelli d’Italia Catanzaro, ospite della trasmissione de L’altro Corriere Tv “20.20”, condotta da Danilo Monteleone e Ugo Floro, e in onda questa sera sul canale 211 a partire dalle 21. «A questo si aggiunge – ha detto ancora la Ferro – la possibilità per gli ospedali e il policlinico di riprendere le attività “normali” altrimenti finirà che non si morirà più di coronavirus ma di ciò che in qualche modo di poteva curare ma che non poteva essere fatto vista la necessità di sanificare frequentemente gli ambienti ospedalieri». «Un ringraziamento va agli operatori sanitari e ai medici perché, sebbene in Calabria l’ondata dei contagi è stata molto inferiore rispetto ad altre regioni, hanno comunque saputo affrontare le difficoltà relative alle carenze sia strutturali, sia di dispositivi».
«ANDIAMO AVANTI NONOSTANTE IL PD» «Riteniamo che “Villa Bianca” possa essere una struttura facilmente adeguabile. Spiace molto vedere la posizione di diniego di Zuccatelli considerata la presenza, ad esempio, la piattaforma dell’elisoccorso, una parziale e già esistente rianimazione e lavori parziali e velocissimi da svolgere. Così come spiace la posizione contraria del Pd di Catanzaro. Le loro sarebbero riflessioni legittime, se fossero argomentate serenamente e con spirito costruttivo. Spiace invece riscontrare una vena sarcastica che appare inappropriata rispetto all’importanza e alla serietà della discussione, e che assume addirittura sfumature autolesioniste, laddove si ironizza sull’autorevolezza di Guido Bertolaso, che persino il governatore Pd delle Marche ha chiamato come consulente per la realizzazione di una struttura specializzata covid ad alta dotazione tecnologica». «Non mi pare – conclude la Ferro – ci siano proposte alternative. Dobbiamo ricordare che, in questo momento, c’è anche una grande carenza di personale medico perciò lasciamo da parte le logiche di partito e di nomine e affrontiamo tutti insieme questa emergenza. Abbiamo la possibilità di dare una risposta positiva a quei 74 sindaci che c’hanno messo la faccia, quelli che poi combattono il coronavirus con enormi difficoltà».
L’IDEA DI BRUNO AMANTEA Ancora più netta e critica la posizione di Bruno Amantea, ex Docente Università di Catanzaro, anche lui ospite della puntata di “20.20”: La posizione di Zuccatelli – dice – non la considero neanche perché non capisce quanto sarebbe importante la presenza di un unico centro Covid. Da medico e da persona che ha avuto esperienze amministrative, però, penso che la necessità di far ritornare i cittadini negli ospedali sia prioritario. Molti hanno paura di recarsi nei nosocomi per il rischio contagio ma è fondamentale mantenere attive le tende pre-triage per l’identificazione e l’eventuale trasferimento dei pazienti positivi e mette al sicuro le strutture ospedaliere». «Il “padiglione C” di Germaneto – dice ancora Amantea – sta in un contesto sanitario che ha alcune peculiarità ben definite ma il problema più grosso è che l’ospedale di Germaneto ospita anche la facoltà di Medicina e le attività didattiche devono ripartire al più presto». E poi il punto sul “Mater Domini”: «Si tratta di una struttura assolutamente fruibile, ci sono stati gli ambulatori “day-hospital”, la fisiatria, c’è il personale. Insomma, non necessita di opere infinite ma solo di pulizia e ripristino. Abbiamo lavorato come azienda policlinico universitario fino a quando non ci siamo trasferiti a Germaneto quindi si può realizzare un centro Covid in perfetta sicurezza». Infine un commento sulla diffusione del Covid e la cura dei pazienti: «Non so cosa pensino gli altri, io parlo solo per via dei miei studi e la mia esperienza. Parliamo di una malattia che non è più “strana” come all’inizio. Abbiamo ora degli elementi per curare e prevenire le complicazioni che portano al decesso dei pazienti come ad esempio la tromboembolia polmonare nei 70% dei casi. Non considerare questi dati è incomprensibile e purtroppo non è solo un problema calabrese».
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