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Coronavirus, l’emergenza calabra raccontata dal “New York Times”

La prestigiosa testata americana si occupa della risposta delle regioni del Mezzogiorno d’Italia, riportando le impressioni della Santelli e descrivendo alcune storie esemplari

Pubblicato il: 22/04/2020 – 21:36
Coronavirus, l’emergenza calabra raccontata dal “New York Times”

Dopo “Le Monde” anche il “New York Times” si occupa dell’emergenza Coronavirus e del modo in cui è gestita nelle regioni del Sud Italia a partire dalla Calabria. Una “guerra” affrontata su due fronti, quella sanitaria e quella rappresentata dagli effetti economici e sociali che la pandemia sta già creando, la definisce la prestigiosa testata statunitense nel servizio di Jason Horowitz. Nell’articolo inoltre si citano i governatori della Calabria, Jole Santelli, della Campania, De Luca e della Puglia, Emiliano, alle prese con un’emergenza difficile da gestire. Il “New York Times” anzitutto si sofferma sulla storia di Meorina Mazza, di San Lucido, a cui il Covid 19 ha tolto un cugino, contagiando anche il fratello e determinando la chiusura del suo comune: la donna adesso, a causa del lockdown, non lavora più e per sbarcare il lunario e assistere i suoi due figli è costretta a ricorrere alle donazioni di generi di prima necessità. Quindi, Horowitz scrive: «La diffusa eruzione del virus in Calabria “sarebbe stata una catastrofe”, ha detto Jole Santelli, presidente calabrese, che ha compiuto il drastico passo di chiusura dell’intera regione a marzo, contribuendo a prevenire un disastroso scoppio. Ma il danno economico, ha detto, “sarà enorme”. La parte del servizio del “New York Times” relativa alla Calabria si conclude così: «La signora Santelli, il cui ufficio è simile a quello di un governatore americano, ha affermato di aver chiuso la Calabria per paura che i lavoratori infetti che tornano dal nord rompano un sistema ospedaliero “piuttosto debole”. Nell’ospedale di Cetraro della regione, la comparsa di un singolo paziente coronavirus ha costretto a chiudere l’intero pronto soccorso e a disinfettarlo completamente perché gli amministratori non avevano impostato un percorso distinto per evitare la contaminazione. “Se l’ondata che avevano sollevato verso nord arrivasse qui”, ha detto Pino Merlo, 60 anni, medico del Cetraro, “non saremmo in grado di resistere”. Almeno per ora, il sud sta resistendo contro il virus. Nel sud, ci sono stati circa 1.500 decessi attribuiti al virus, rispetto a oltre 20.000 nel nord».

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