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Storia di una "mazzetta". La brama di denaro del sindaco Doria

I dialoghi tra il sindaco di San Vito sullo Jonio e il suo collega di San Sostene (nella veste di intermediario) per il via libera al Parco eolico. Il “ricattino” per la tangente, le richieste allu…

Pubblicato il: 22/04/2020 – 19:43
Storia di una "mazzetta". La brama di denaro del sindaco Doria

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO
Aloisio: «Allora guarda se si tratta dei cinquanta… sessanta… settanta… questo te lo passo io facendomeli dare io».
Doria: «Ma facciamo ottanta…».
Aloisio: «E me lo faccio passare tra io…».
Doria: «Possiamo arrivare di più?».
Aloisio: «No».
L’uomo che cerca di farsi dare più di 80mila euro è Alessandro Doria, 63 anni, sindaco del Comune di San Vito sullo Jonio (e anche presidente protempore del consiglio comunale). È finito ai domiciliari con l’accusa di istigazione alla corruzione e corruzione per l’esercizio della funzione. A dialogare con lui c’è Luigi Aloisio, legale della Elettrostudio Energia s.r.l., società che doveva impiantare un parco eolico in un’area di pertinenza del Comune e aveva bisogno di una pratica di sdemanializzazione degli usi civici gravanti su quel terreno. Pratica che doveva essere discussa in consiglio comunale ma alla quale, nonostante le insistenze di Aloisio, il sindaco mostrava di non interessarsi. Tra le altre cose Luigi Aloisio è anche sindaco del Comune di San Sostene, avvezzo alle pratiche amministrative e aveva predisposto uno schema di delibera comunale inviata tra maggio e giugno 2019 via pec al sindaco Doria e all’ufficio protocollo comunale senza avere riscontro a tale corrispondenza. Il “ricattino” per avere in cambio la tangente – ricostruiscono i carabinieri di Soverato e San Vito coordinati dalla Procura di Catanzaro – parte da questo atteggiamento di scarsa collaborazione.
È lo stesso Aloisio che l’11 luglio 2019 si reca dai carabinieri di San Vito sullo Jonio accompagnato da tale Romolo Giuseppe Samà e racconta quello che è avvenuto fino a quel momento. Nella denuncia che sporge, Aloisio racconta che in due diverse occasioni aveva parlato con Doria della tangente da 80mila euro che il sindaco gli aveva chiesto: il 20 giugno e il 2 luglio. Una tangente della quale aveva chiesto un anticipo di 5000 euro «avendo urgenza di far fronte ad esigenze personali». Una volta ricevuta la prima tranche Doria avrebbe sbloccato l’iter per l’adozione della delibera.
FATTI STRANI Solo 18 giorni dopo la denuncia i titolari della ditta, Giuseppe Caricato e Marco Ceroni, vittime della pretesa tangente, verranno a sapere da Samà della denuncia sporta dal legale. Inoltre, nonostante le rassicurazioni di Aloisio, sul buon esito del pagamento della tangente (Aloisio dice di potervi procedere lui direttamente senza interessare nessuno, includendola nel corrispettivo dovuto per le proprie competenze professionali), il sindaco insiste nel voler incontrare i due titolari della ditta. L’incontro avverrà il 2 luglio 2019 nello studio dell’avvocato che nulla aveva anticipato ai suoi clienti sulle pretese di Doria giustificando la propria presenza «quale difensore, in quanto tale privo di poteri per assumere decisioni rispetto alle richieste del Doria». Alle richieste del sindaco i titolari «rifiutano recisamente, appellando come pericolosa una situazione del genere».
UN PRECEDENTE A BORGIA? Nonostante il netto rifiuto durante l’incontro del due luglio i carabinieri notano come i due titolari «si siano adoperali attivamente per procurarsi una provvista e i fondi sociali da destinare al pagamento dei consulenti e professionisti, camuffando, in tal modo la tangente (trattasi del modus operandi che l’Aloisio aveva suggerito nelle registrazioni al Doria, peraltro, evocando un precedente episodio in cui si sarebbe utilizzato tale escamotage (a Borgia, circostanza in corso di approfondimento)». È lo stesso Aloisio che parla di Borgia con Doria il quale gli chiede consiglio su quanto può chiedere e come si deve muovere: «Non mi ricordo se a Borgia… o coso.., no?! eh eh eh e se ne sono andati… allora deve essere una cosa fattibile…».
E Doria ribatte: «…visto che tu hai avuto questa esperienza… con molta chiarezza… questa esperienza di Borgia… tu mi devi dire qual è?!». Su Borgia le indagini sono ancora in corso.
IMPELLENTE BISOGNO DI DENARO Doria aveva un impellente bisogno di denaro. Ragione per la quale aveva chiesto di poter avere subito una somma di denaro di 5000 euro in acconto sulla tangente da 80mila euro. «Nonostante le rassicurazioni dell’Aloisio sulla necessità di attendere il rilascio dell’autorizzazione unica, momento nel quale tutti i professionisti sarebbero stati pagati e in cui egli, pertanto, sarebbe stato nelle condizioni di remunerare il sindaco per l’atto compiuto, Doria insiste per avere il suo compenso immediato». E dà inizio a un pressing stringente fino a quando non si impone nell’incontrare i titolari della ditta uno dei quali, Ceroni, venuto a conoscenza della richiesta del sindaco afferma: «Voglio dire visti i rapporti che dobbiamo instaurare… non avremo problematiche a trovare diciamo una forma di diciamo così… supporto al Comune lo facciamo anche in altre occasioni… però a titolo personale direi che è una situazione molto molto pericolosa…» e aggiunge: «Per cui una richiesta di questo tipo per noi non è accettabile e non riusciremo a gestirla… quindi non avrei veramente canali e non saprei come…». Doria, il 2 luglio 2019, incassa il rifiuto e non insiste oltre. Naturalmente la delibera tarda ad arrivare e nonostante la denuncia Aloisio continua a discutere con Doria a proposito della richiesta di denaro.
«LA PAROLA VALE PIÙ DEI SOLDI» Il primo settembre l’avvocato manda un messaggio al sindaco: «Urge delibera usi civici» ed esplicita nuovamente al primo cittadino la sua mediazione per il denaro: «Dopo autorizzazione unica vedo di ottenere quanto chiedi. Ora ho difficolta ad ottenere».
Doria replica con messaggi di testo dal seguente tenore: «non voglio nulla», «non parlare con nessuno» (riferito alla proposta di Aloisio di parlare con la società), «lasciamo perdere», «avevi dato garanzie, non è stato così», «la parola vale più del soldi».
Secondo il gip: «Al di là dell’equivoco ruolo dell’Aloisio (che potrebbe anche aver assunto la veste di originario ideatore della proposta illecita, e quindi di istigatore dell’istigatore), per ciò che concerne la posizione del Doria sono invece granitici gli elementi a suo carico rinvenibili dalle conversazioni scritte mediante sms che ha intrattenuto con il primo e, soprattutto, dalle ulteriori conversazioni de visu del 22 giugno (sempre con l’Aloisio) e del 2 luglio (alla presenza, altresì del Ceroni e del Caricato)». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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