di Luca Latella
CASSANO ALL’IONIO Quarantacinque giorni iniziano ad essere davvero troppi. Soprattutto per chi – a queste latitudini – campa di turismo. Quando e soprattutto come aprirà una delle “fabbriche” calabresi utili a produrre prodotto interno lordo e fatturati è difficile da interpretare ed anche l’ordinanza regionale che ha aperto alla manutenzione di stabilimenti balneari e turistici, al momento sembra servire a poco. Proprio perché non c’è una data e – peggio – non ci sono ancora le regole, i protocolli da seguire per regolamentare le aperture al pubblico. Con la beffa di essere alla “vigilia” della bella stagione.
Tra i mille rivoli del comparto turismo, in Calabria fa la sua parte il termalismo. Ad oggi in tutta la regione, ci sono sei stabilimenti termali: Spezzano, Guardia Piemontese, Lamezia Terme, Galatro, Antonimina Locri e le Terme Sibarite di Cassano allo Jonio. Tutte di proprietà regionale, quelle Sibarite sono le uniche fra le partecipate dall’ente in tuti i settori, a produrre utili. Il Bilancio 2019 sarà approvato nei prossimi giorni con un utile di 129mila euro e ben 120mila cure erogate agli ospiti. Numeri di non poco conto che tenderanno ad affievolirsi a causa della crisi nella crisi generata dalla pandemia in corso.
«LE PROSPETTIVE NON SONO ROSEE» Domenico Lione, amministratore unico della Spa a intera partecipazione regionale che gestisce le Terme Sibarite l’ha messo in conto.
«La stagione termale ancora non è entrata nelle sue piene funzioni – racconta al Corriere della Calabria – perché in effetti parte da aprile-maggio per concludersi alla fine dell’anno. Prima che tutto iniziasse erano in corso preparazione e programmazione per la stagione 2020. Ed anche il centro di riabilitazione attivo tutto l’anno ha dovuto chiudere i battenti».
Ma mentre inizia a intravedersi la luce fuori dal tunnel, le strutture turistico-curative come quelle Sibarite ancora brancolano nel buio. «I dati ispirati da questa pandemia – spiega Lione – sono drastici, le prospettive non sono affatto rosee per tutto il comparto turistico ed anche per quello termale. Viviamo ancora nell’incognita di una data per la possibile riapertura e siamo in attesa delle indicazioni per preparaci alla fase 2. Il nostro sistema termale si sta attrezzando per tutte le soluzioni che saranno indicate e per la tutela dei nostri ospiti e dei lavoratori. Aspettiamo le linee guide attualmente in fase di elaborazione dagli esperti della ricerca termale per un protocollo univoco che sarà seguito nella fase di ripartenza. Solo dopo potremo pensare a come poter “salvare” la stagione».
Una soluzione tampone potrebbe contemplare «il prolungamento dell’apertura – propone l’amministratore delle Terme Sibarite – nella speranza che i flussi annuali continuino anche dopo il periodo clou che va da agosto a novembre».
L’orizzonte, insomma, non è ancora chiaro. «Prenotazioni? In questa fase non molte. I nostri clienti abituali, e non sono pochi, chiedono informazioni, sono interessati all’evolversi della situazione, ma tutto sarà propedeutico ai protocolli che detteranno Ministero e Asp».
LE INCOGNITE I grandi spazi delle Terme Sibarite aiuteranno. «In effetti – spiega Domenico Lione – siamo nelle condizioni di limitare gli spazi e di evitare gli assembramenti anche se rischiamo di penalizzare il fatturato. Sperando che si apra, prima o poi, ed immagino che dovremo fare i conti con il contingentamento degli ospiti. Il nostro sistema ha compiuto grandi passi in avanti, all’interno delle nostre strutture è già presente un servizio sanitario d’eccellenza. Le nostre stazioni dispongono di un solido presidio sanitario perché, è vero, siamo presìdi turistici, ma principalmente termali e quindi curativi».
Con tutti i buoni propositi possibili, tuttavia, «dovremo attenerci a tutta una serie di regole per assorbire le perdite che, purtroppo, si rifletteranno anche sulla forza lavoro: in Calabria le sei strutture termali garantiscono un certo fatturato e impiegano tanti addetti, quindi la crisi si rifletterà anche sull’indotto e sui territori».
LE PROPOSTE DAL TERMALISMO Le idee utili alla “fase 2” sono tante, ma da società per azioni a completa partecipazione regionale, le Terme Sibarite e – comprensibilmente – anche gli altri impianti, dovranno sedersi con l’ente che le governa.
«Tra le proposte – specifica Lione – nei prossimi giorni come termalismo in Calabria chiederemo un sostegno specifico, proprio perché partecipate della Regione, anche perché le terme rappresentano una discreta fetta di indotto turistico. Chiederemo una anticipazione delle risorse che la Regione e il sistema sanitario destinano al termalismo. Nel anno 2019 il budget per le strutture calabresi è ammontato a sei milioni e mezzo di euro».
Oltre all’anticipazione di cassa, «in tutto questo caos generato dalle innumerevoli misure restrittive, saremo costretti a chiedere un contributo per contrastare l’emergenza. Siamo obbligati a investire nella manutenzione e nello sviluppo e quindi oltre alla possibilità di accesso al credito ci aspettiamo misure ulteriori».
Domenico Lione è a capo di una proposta che i termali calabresi presenteranno alla Regione. «Da tempo – conclude l’amministratore delle Terme Sibarite – stiamo pensando ad un brand che includa tutti gli stabilimenti termali calabresi». Un marchio, dunque, da proporre agli ospiti in base alle peculiarità termali alla base delle idee per la “ripartenza”. «Le Terme Sibarite si faranno trovar pronte», conclude Domenico Lione. (l.latella@corrierecal.it)
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