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Regione, il complicato ”puzzle” del sottogoverno

Nel Def si delinea il quadro della situazione di partecipate, fondazioni ed enti strumentali: in generale non mancano le criticità ma si punta al rilancio degli enti e delle società più strategici

Pubblicato il: 24/04/2020 – 7:58
Regione, il complicato ”puzzle” del sottogoverno

Il complicato “puzzle” del sottogoverno. Come da tradizione l’avvicendamento alla guida della Regione pone una serie di questioni piuttosto spinose da affrontare: tra queste, anche il riordino della sterminata “galassia” di fondazioni, società, agenzie, aziende, enti strumentali che gravitano attorno alla Giunta. Il sottogoverno che spesso è anche il “sottobosco” dove piazzare un bel po’ di clientes politici da premiare. Una liturgia da cui nemmeno l’attuale maggioranza di centrodestra si sottrarrà, come del resto si è capito dalla recente applicazione della legge sullo spoils system per la decadenza degli attuali management, “anticamera” della rivoluzione dei vertici regionali, anche se – riferiscono fonti accreditate – al momento si sono soltanto accennati alcuni ragionamenti tra i partiti della coalizione, visto che l’emergenza Coronavirus ha stravolto agende e priorità e ancora sono da definire postazioni più strategiche (come le commissioni del Consiglio regionale), ancora da definire e già fonte di tensioni e di ulteriori tossine, quelle sprigionate dal varo della Giunta Santelli e dell’Ufficio di presidenza di palazzo Campanella. Ma c’è anche da capire cosa fare di tutte quelle “appendici” dell’amministrazione, molto spesso improduttive e poi anche costose. Un primo step di riflessione la Giunta Santelli l’ha imbastito nel Def, il Documento di Economia e Finanza che lunedì sarà all’esame del Consiglio regionale e che ha delineato un primo quadro della situazione.
IL QUADRO GENERALE Ovviamente, è abbastanza superfluo prevedere che il futuro assetto del sottogoverno sarà comunque condizionato dalle scelte della Giunta Santelli per la ripartenza dopo la pandemia, ma quella raffigurata nel Def è sicuramente una “base di lavoro”. La premessa è di carattere generale. Con riferimento alle partecipazioni, il Def evidenzia che ancora «non sembra essere stata recepita ancora la logica legislativa nazionale che prevede l’indispensabilità delle partecipazioni» e ritiene «necessario un immediato sforzo aggiuntivo di tipo quantitativo da parte della Regione Calabria, sia in termini di trasparenza, sia in termini di governance». Per quanto riguarda, invece, gli enti strumentali e le fondazioni, in particolare, dall’analisi dei più recenti rendiconti – si legge nel Def – «sono emerse diverse criticità», perché in generale questi enti «presentano un elevatissimo grado di dipendenza finanziaria dalla Regione, hanno una struttura dei costi fortemente sbilanciata in favore della copertura delle spese di auto-amministrazione, producono beni e servizi la cui utilità è poco misurabile».
LE PARTECIPATE La Regione ha mantenuto partecipazioni in Banca Popolare Etica, Ferrovie della Calabria, Fincalabra, Sacal, Terme Sibaritide e Sorical. Per le società a partecipazione totalitaria o a maggioranza di voti, nel Def si evidenzia «si dovranno intraprendere precise azioni tese sia al rilancio delle attività assegnate a ciascuna società che al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario avendo riguardo alla razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica». Nel dettaglio, per Fincalabra «sarà necessario effettuare un’attenta analisi considerato che i risultati economici degli ultimi esercizi hanno evidenziato perdite rilevanti di esercizio. Il management della società dovrà provvedere alla stesura definitiva del Piano industriale di risanamento, consentendo alla Regione Calabria il rilancio della propria società in house». Per̀ Ferrovie della Calabria la Regione – si riporta nel Def – «ha introdotto un nuovo sistema di “governance” che ha previsto l’istituzione da un lato dell’Autorità dei Trasporti Calabrese (Art-Cal) e dall’altro dell’Agenzia reti e mobilità, che, una volta costituita per scorporazione di ramo di azienda della stessa Fdc, avrà competenze su contratti di servizio e sulla gestione dell’infrastruttura ferroviaria. La scissione ancora non è stata effettuata; Ferrovie della Calabria dovrà redigere una bozza del progetto di scissione parziale della società in favore della costituenda Agenzia» e inoltre «sarà necessario valutare gli effetti della scissione sul patrimonio della società, atteso che la notevole perdita registrata nell’ultimo esercizio 2018 ha eroso il capitale sociale della società, passato da 18.2 milioni a euro 4,86 milioni». Quanto a Terme Sibarite nel Def si precisa «che, pur avendo chiuso gli ultimi esercizi in attivo, la società ha mostrato una contrazione costante degli utili e appare pertanto necessario monitorare con attenzione l’evolversi della situazione economico- finanziaria». Capitolo Sorical: «La problematica principale – è l’analisi contenuta nel Def – è data dalla crisi finanziaria e dall’elevata massa debitoria della società legata soprattutto ai mancati/ritardati pagamenti da parte degli enti locali (Comuni)̀. Per il prosieguo dell’attività della società occorre definire con chiarezza gli scenari futuri legati all’intero sistema idrico regionale che è in piena evoluzione», alla luce anche della nascita dell’Autorità idrica della Calabria (Aic). E infine, Sacal: secondo quanto si rimarca nel Def «pur detenendo una percentuale bassa di azioni, la partecipazione appare strategica per il futuro della Regione e pertanto, di concerto con l’organo amministrativo della società si dovrà̀ cercare di implementare le attività della società attraverso un rilancio della stessa sia in termini di efficientamento degli scali sia in termini di servizi da offrire alla clientela».
LE FONDAZIONI Per le fondazioni in stato di liquidazione la Giunta nel Def sostiene che «i commissari liquidatori saranno chiamati alla definizione, in tempi celeri, delle procedure in modo da non recare ulteriori aggravi al bilancio regionale». Quanto alle fondazioni attive – Film Commission e Fondazione Mediterranea Terina – «è necessario, di concerto con il management, rilanciare le attività in modo da permettere alle stesse di perseguire gli scopi per cui sono state costituite». In merito alla Fondazione Mediterranea Terina, «saraà necessario valutare con attenzione le dinamiche di bilancio atteso che continua ad emergere la rilevante massa debitoria» e «l’elevata spesa del personale a fronte dei ricavi della gestione caratteristica». Quanto alla Film Commission «nel prossimo triennio lo sforzo sarà teso a continuare l’attività intrapresa perseguendo gli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa».
GLI ENTI STRUMENTALI Quanto agli enti strumentali (Arsac, Arcea, Calabria Verde, Aterp, Arpacal, Ente parchi marini), oggi in esercizio provvisorio, nel Def si raccomanda, «in un’ottica di mantenimento del “processo di normalizzazione”» l’approvazione e la trasmissione ai Dipartimenti “vigilanti”, nei termini previsti dalle norme, dei bilanci di previsione per il triennio 2020-2022 «in modo da consentire l’approvazione in Giunta regionale e successivamente in Consiglio regionale». In disparte il Corap: «Le perdite di esercizio accumulate negli ultimi esercizi hanno azzerato il capitale» e in chiusura della scorsa legislatura il Consorzio «è stato posto in liquidazione coatta amministrativa autorizzando la prosecuzione temporanea dell’attivitaà per un periodo di dodici mesi salvo proroghe», anche in considerazione delle «precipue funzioni attribuite all’ente». (ant.cant.)
 

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