Santelli-Spirlì, così vicini così lontani…

CATANZARO Così vicini, così lontani… Ai temi del coronavirus le comunicazioni al decimo piano della Cittadella regionale si sono fatte, evidentemente, parecchio complicate se il vicepresidente della Giunta, il leghista Nino Spirlì, non riesce a parlare con la sua presidente Jole Santelli, e deve ricorrere alla cara vecchia “letterina” per contattarla. Sarà colpa delle misure anti-Covid, sarà colpa del “distanziometro” o di mascherine così impenetrabili da non far passare nemmeno una sillaba, o magari colpa di un improvviso (e comunque misterioso ai più) black out telefonico o digitale che ha fato saltare pec e poste elettroniche. Chissà.
Sta di fatto che Spirlì ha scritto alla Santelli per perorare una causa – tra l’altro giusta – che in modo più semplice più comodo, più immediato, più diretto e più efficace avrebbe potuto perorare a voce. «Cara Presidente», esordisce Spirlì nella lettera alla Santelli nella quale spiega: «In questi giorni sono stato sollecitato da numerose associazioni e da famiglie di bambini, adolescenti e adulti affetti da autismo o altre disabilità. Come saprai, la chiusura totale delle attività specialistiche ha previsto anche il fermo dell’attività di sostegno per bambini e non, colpiti da questo gravissimo disagio. Le famiglie, senza aiuti, sono allo stremo! La mancanza di terapie di sostegno – prosegue il vicepresidente della Giunta – sta causando gravissimi e pericolosissimi squilibri a questi nostri sfortunati fratelli. E noi non possiamo permetterlo. Ti chiedo di autorizzare seduta stante, la ripresa, chiaramente in sicurezza, delle terapie specifiche, per l’autismo in tutte le sue forme. Salvaguardare la salute e l’equilibrio delle persone più deboli fortifica le famiglie e aumenta la loro affettuosa disponibilità nei confronti di questa nostra istituzione che si sta dimostrando attenta e umana quanto e più delle istituzioni nazionali. Sono certo – conclude Spirlì – che troverai la convinzione della giustezza di questa mia richiesta e non chiuderai le porte alle accorate richieste di tante, troppe, famiglie disperate».
Ora, come suol dirsi la domanda sorge spontanea: ma perché una letterina quando Spirlì avrebbe ben potuto contattare la Santelli telefonicamente, via sms, via whatsapp, o – ancora più semplicemente – incontrarla come sarebbe logico (e scontato) tra un presidente e il suo vice? I maligni sussurrano che questo telefono, probabilmente, “piange”, e che in realtà la Santelli non dia particolare credito alle richieste di Spirlì: del resto, non risulta che la Santelli abbia finora dato riscontro alcuno alle sollecitazioni (non prive di qualche tratto provocatorio, peraltro) del vicepresidente e del suo partito di riferimento, la Lega, come la pressante richiesta del Carroccio di dare il via lunedì a una ripartenza “soft” in Calabria”. L’effetto, anzi, sembra quasi il contrario.
La Santelli addirittura, negli ultimi giorni, appare persino più rigida e più drastica di prima: a titolo di esempio, basta pensare a come la governatrice abbia “stoppato” il rientro in Calabria di tanti corregionali al Nord, rientro che ai leghisti sta piuttosto a cuore. Intanto, dopo aver già creato più di un imbarazzo nella maggioranza (è ancora “fresca” la sua campagna “Scegli calabrese” con un’evidente e inopportuna commistione tra istituzione e propaganda politica), Spirlì inciampa un’altra volta. Di questo ritmo, non farà nemmeno più notizia…(c.ant.)