di Michele Presta
COSENZA «Io devo aprire la piazza sabato, hai capito?». Questa è la genesi. Le parole escono dalla bocca dell’ingegnere Francesco Tucci, direttore dei lavori del progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo culturale di Piazza Bilotti. Anno domini 2016, giorno 17 dicembre. Sono ore frenetiche quelle che hanno portato al taglio del nastro e alla festa di inaugurazione dello spazio intitolato a Carlo Bilotti, ma da tutti riconosciuto in città come Piazza Fera. Tucci è l’uomo al centro dell’inchiesta “Piazza Sicura” attraverso la quale la Dda di Catanzaro ha messo sotto indagine 13 persone (qui la notizia) e ottenuto il sequestro di una delle grandi opere realizzate nel capoluogo bruzio durante ultimo lustro. Nel decreto di sequestro disposto dal gip di Catanzaro, è ricostruita la storia di come sia stato possibile quattro anni fa permettere ad Alvaro Soler di esibirsi sul palco della neonata piazza e ai cittadini di goderne liberamente fino allo scoppio della pandemia.
L’INAUGURAZIONE DEL 17 DICEMBRE Tucci si trova tra l’incudine e il martello. L’incudine sono le carte mancanti ai sensi di legge, il martello sono le richieste che arrivano da Palazzo dei Bruzi per tentare di avere tutto e subito. Le chiamate si susseguono tra il rup Francesco Converso e l’assessore ai lavori pubblici Francesco Caruso. Tramite loro, il direttore dei lavori sente anche Mario Occhiuto. Si innescano una serie di rimpalli di responsabilità, documenti da depositare in tempo utile alla regione e alla Questura e firme in calce ad autorizzazioni che compromettono di fatto, a vario titolo, le persone destinatarie dell’avviso di garanzia. Per il gip, quanto fatto pur di celebrare l’inaugurazione in tempo è un falso e riguarda soprattutto la relazione a struttura ultimata. «Depositata – è scritto nel decreto di sequestro – dal direttore dei lavori presso il comune di Cosenza il 16 dicembre del 2016 per consentire l’inaugurazione della piazza programmata per il giorno successivo. Evento questo, svoltosi in mancanza del collaudo statico dell’opera, condizione imprescindibile per la sua apertura ai sensi di legge». Gli stretti contatti telefonici tra i protagonisti della vicenda Francesco Tucci e sua figlia Paola, Mario Occhiuto, Francesco Converso e Antonino Alvaro, permettono al giudice di determinare come: «Il collaudo veniva emesso soltanto dopo l’inaugurazione e per celebrare il concerto di Capodanno. Il 17 dicembre, oltre alla mancanza di collaudo statico – è riportato – non erano state effettuate da parte della direzione lavori e della società appaltatrice le prove obbligatorie sulle travi d’accaio sovrastanti l’arca museale della piazza, nonché le prove di serraggio dei bulloni delle travi, i quali risultavano essere “slacciati”, cioè non in regola. Quantomeno fino al 28 dicembre 2016».
I RIMPROVERI DI ZINNO Luigi Zinno è dirigente di lungo corso alla Regione Calabria. Nel procedimento non risulta tra le persone indagate, ma una conversazione captata dai finanzieri del nucleo economico tributario di Cosenza, dimostrerebbe come l’agire turbasse e non poco Tucci. I due si sentono perché il Partito Democratico sulla stampa locale sollevava dubbi circa la liceità dei collaudi. «Ho scritto che non devono farci manifestazioni oltre al peso che possa indurre fenomeni dinamici, oltre al peso massimo che ho stabilito io», dice Tucci a Zinno. «Ma se la piazza è all’aperto bisogna tenere conto dell’assembramento pubblico» replica l’interlocutore. «È aperta al pubblico e fai una festa con 80.000 persone che ballano?», risponde prontamente Francesco Tucci. Il problema è la classificazione C3 del calcolo che riguarda le travi che sostengono il solaio sopra l’ala museale» . I due concordano che se in un metro quadro ci sono tre persone che ballano, problemi non ce ne sono. Ma se aumentano si. E dunque si arriva alle travi sulla sala dei musei. «La trave ha una flessibilità eccessiva, ci devono mettere il palco li». Tucci a Zinno che incalza con le domande confessa di aver deciso tutto lui e che manca il collaudo statico. «Se non c’è il collaudo statico siete dei pazzi, una delle condizioni per la consegna anticipata delle opere è, tassativa, il collaudo statico delle opere». «La consegna anticipata esiste al verificarsi di alcune condizioni. All’interno di queste condizioni c’è il collaudo statico». I due discutono della norma che gli interessa finché Tucci non ammette: «Ho fatto una forzatura, caro mio» e Zinno risponde: «Ma è pazzesco».
LE TRAVI DA DECLASSARE Alcune prove come quella di carico sono state eseguite, per altre ci sono dei problemi. Il certificato di collaudo tarda ad arrivare perché la piazza non era stata completata (mancava una scala) ma l’espediente trovato «di depositare una relazione a struttura falsa nel contenuto – scrive il gip – aveva consentito l’inaugurazione nonostante l’opera non fosse neppure completata». Non a caso il serraggio dei bulloni viene effettuato tra il 27 e il 28 dicembre per consentire la realizzazione del concerto. È il 20 dicembre che l’Ngt si presenta a nello stabile di Piazza Bilotti e fin dal primo giorno manifestano l’esistenza di piccole fessure così come crateri che dovevano essere ripristinati. A trovare una soluzione ci pensano Gianluca Guarnaccia e Francesco Stellato, cioè l’ingegnere della Barbieri Costruzioni e il progettista delle travi in acciaio sotto manutenzione. I problemi con l’ente certificatore delle travi si possono aggirare in un solo modo. «Il controllo di tipo C non è conforme, se invece andiamo nel controllo di tipo D è conforme» spiega Guarnaccia. La trave aveva già sopportato il peso delle centosettanta tonnellate, i due parlano al telefono e il 28 dicembre firma il livello di accettabilità della trave a sostegno della pavimentazione sulla sala museale con la correzione di tipo D. E, appuntano gli inquirenti, lo fanno premurandosi si indicare come data della modifica quella del 14 gennaio del 2016. L’arcano è risolto e la Ngt emette il certificato attraverso il quale mutando i parametri da C a D era possibile ritenere conforme il livello delle saldature sottoposte a controllo. La modifica, ha permesso a Guarnaccia, Tucci e Alvaro di concludere l’iter per ottenere il collaudo dei lavori della piazza.
TUTTO FILA LISCIO «Quindi era proprio una porcheria ’sta saldatura, non ho capito?», dice Tucci al telefono con Guarnaccia. «Diciamo che faceva alquanto schifo, la stiamo ripristinando tutta, per non sapere né leggere e ne scriveré, la stiamo rifacendo tutta quanta», replica Guarnacia. I timori circa la resistenza delle travi sono state concretizzati poi nel momento in cui hanno sistemato il palco per il concerto di Alvaro Soleir rivolto verso corso Mazzini e lo stesso è stato fatto poi più recentemente con il concerto di Mahmood. (m.presta@corrierecal.it)
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