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Crotone, il Comune “taglia” sul trasporto pubblico

Dal primo aprile verranno ridotti i collegamenti tra il capoluogo e le sue periferie. Nel programma varato dal Municipio non ci saranno più circa 100mila chilometro l’anno. I sindacati: «Scelta eff…

Pubblicato il: 28/04/2020 – 18:16
Crotone, il Comune “taglia” sul trasporto pubblico

di Gaetano Megna
CROTONE Tagli ai trasporti pubblici nel Comune di Crotone. Il prossimo primo maggio verranno meno alcuni collegamenti tra il centro cittadino e le sue periferie. Il taglio riguarda i 97.427 chilometri all’anno che dal lontano 1986 erano stati voluti dal Comune pitagorico, che aveva firmato una convenzione con società locale. Questa convenzione tra il Comune di Crotone e la ditta Fratelli Romano è durata ben 34 anni ed è stata garantita da fondi previsti nel bilancio comunale. I 97.427 chilometri in più rispetto quelli garantiti dalla Regione Calabria, che sono 800.000 chilometri all’anno, rappresentavano un regalo fatto dal Comune in un momento in cui la città si espandeva territorialmente e perdeva le storiche fabbriche per dismissione.
Negli accordi antecedenti al 1986 questi chilometri in più erano stati assegnati per il trasporto degli operai dal centro città ai cancelli delle fabbriche. Un regalo alla periferia che stava cambiando volto. In particolare i chilometri sono stati destinati a Capocolonna e alle Contrade nord. Il taglio annunciato dal Comune di Crotone riguarderà in particolare questi territori. Nel 2010 il sindaco Peppino Vallone ha reiterato la convenzione del 1986, che è stata anche aggiornata alla luce del «mancato trasferimento di risorse da parte dello Stato e degli accresciuti vincoli di bilancio».
La stessa convenzione è stata riproposta dalla giunta Vallone il 15 marzo 2016 che, tra l’altro, ha approvato il nuovo piano tariffario per il servizio pubblico. Questa nuova convenzione introduceva il principio di non fare pagare il biglietto del trasporto pubblico alle famiglie più povere e ai pensionati con scarso reddito. Oggi il problema si pone perché nel 2015 la Regione Calabria ha approvato la legge 35, che accogliendo le disposizioni emanate dall’Unione europea, ha cambiato le regole per il trasporto pubblico locale.
L’ITER AVVIATO DAL COMUNE Il Comune di Crotone ha deciso di applicare quanto introdotto dalla legge 35 che prevede, tra l’altro, un unico gestore del trasporto pubblico per ogni territorio. Questa norma confligge con la situazione di Crotone, dove le convenzioni sono due e anche due sono i gestori del servizio. Le convenzioni sono due perché una è stata firmata con la Regione per 800.000 chilometri all’anno e l’altra con la ditta Romano per 97.427 chilometri. A livello regionale la legge 35 ha prodotto una rivoluzione nel numero dei gestori: c’erano circa un centinaio di società e ditte, che si sono costituite in quattro consorzi. Le società e le ditte si sono consorziate, così come ha fatto anche la Fratelli Romano per essere in regola con la legge 35. Il Comune, quindi, ha avviato le procedure per regolarizzare la situazione in base alla legge 35, che aveva introdotto l’autorità per la gestione del sistema dei trasporti: Artcal (Autorità regionale trasporti Calabria). Sempre il Comune, secondo quanto riferito, ha cercato il dialogo con l’Artcal ed ha scoperto che l’Autorità non era del tutto autonoma in quanto gran parte della gestione del sistema dei trasporti pubblici lo ha mantenuto direttamente la Regione. La novità più importante introdotta dalla legge 35, per quanto riguarda la vicenda di Crotone, è rappresentata dal fatto le convenzioni possono essere sottoscritte solo a livello regionale. Seconda questa impostazione il Comune, a partire dal 2015, non poteva e non può sottoscrivere convenzioni. Lo stesso Comune ha tentato di farsi autorizzare per sottoscrivere una nuova convenzione con la ditta Romano per i 97.427 chilometri, ma la risposta arrivata da Artcal e Regione è stata un no secco. L’ente avrebbe dato la disponibilità di finanziare i circa 97.000 chilometri per non far venire meno il servizio alle periferie. Lo avrebbe fatto nonostante non sia stato ancora approvato il bilancio. E’ stato anche chiesta l’apertura di un tavolo di concertazione. A questo è stato detto sì, ma ancora il tavolo non è stato convocato nonostante la richiesta sia stata reiterata.
LA DENUNCIA DEI SINDACATI Le sigle sindacali dei trasporti, in un comunicato, accusano il Comune di aver deciso «in modo unilaterale e senza alcun confronto, di ridurre di ben 97.000 Km di trasporto pubblico urbano dal prossimo venerdì 1 maggio». Secondo i sindacati questa scelta è deleteria per le periferie che «saranno ancora più abbandonate a se stesse di quanto lo siano oggi». Sempre secondo sindacati, rischia di essere cancellata la linea 13, quella che collega il centro città con Capocolonna. La riduzione porterà anche al taglio di quattro autisti e saranno rivisti gli abbonamenti «a basso costo o gratuiti assegnate a quelle famiglie con Isee basso». I sindacati, infine, accusano il Comune di avere scelto «di procedere nel solco della classica burocrazia che dà più valore alle certe rispetto alla comunità che amministra».
LA PROTESTA Contro la scelta del Comune è scoppiata la protesta. A scendere in campo è stata l’associazione Contrade Capocolonna, che chiede subito una rivisitazione della scelta e annuncia iniziative se non ci saranno novità. Contro il Comune si sono anche posizionate le sigle politiche dei DemoKratici e di Laboratorio Crotone. Anche queste chiedono un cambio della decisione e usano parole dure nei confronti del commissario prefettizio Tiziana Costantino.
LA POSIZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO «Il Pd di Crotone è fortemente preoccupato per l’ultima decisione assunta dal Commissario prefettizio Tiziana Costantino. Non passa giorno, infatti, senza che arrivino notizie dell’ennesimo fronte di crisi che si apre a causa di alcune scelte operate dal Commissario straordinario insediatosi da ben 5 mesi nel governo cittadino. Dal 1 Maggio, sulla base di un’ordinanza Commissariale, si taglieranno 98.000 km/a al servizio urbano di questa Città, andando ad aumentare così il gap tra i cittadini crotonesi ed i cittadini di altri capoluoghi della stessa regione e si azzererà una convenzione che oggi consente ai meno abbienti di poter circolare sui mezzi pubblici a prezzi contenuti». «Questi 98000 km/a e la convenzione allegata – scrivono – sono il frutto di condizioni storiche che traguardano fatti di fine anni ’80, aggiornati l’ultima volta nel corso del l’amministrazione Vallone durante l’anno 2015 e sono da considerarsi conquiste sociali fortemente volute dai Cittadini Crotonesi alle prese da sempre con le problematiche di una Regione considerata “matrigna” per quanto attiene ai trasporti locali. Le risorse atte a remunerare il corrispettivo, si sono da sempre trovate nel bilancio comunale. Nessuna scusante, compresa quella di una convenzione scaduta, può degenerare da un’impostazione che sopprime il diritto alla mobilità. Si trovi piuttosto il modo di attivare una nuova convenzione comunale e nelle more, lasciare che il trasporto pubblico urbano faccia la sua parte in particolare in un momento di crisi epocale che è sotto gli occhi di tutti». «Ci saremmo aspettati, nella fattispecie, ben altra impostazione – scrivono ancora – nei confronti di un servizio pubblico considerato essenziale. Ci saremmo aspettati una riflessione che mirasse piuttosto ad aumentare il numero delle corse, di ulteriori chilometri da percorrere nelle periferie, di come aumentare la sicurezza sanitaria sui mezzi pubblici. Niente di tutto questo è avvenuto e ci si è affidati ad una visione strettamente ragioneristica che nulla a che vedere con il bisogni e le necessità di una comunità. Diceva qualcuno che è meglio un Sindaco mediocre che un Commissario avulso dai problemi della Gente. Questi fatti, purtroppo lo dimostrano ed hanno una precisa responsabilità». (redazione@corrierecal.it)

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