di Gaetano Megna
CROTONE Senza aiuti concreti a Crotone si rischia la rivolta sociale. A lanciare l’allarme per l’avvio della fase 2 dell’emergenza Covid-19 è il presidente della Camera di commercio, Alfio Pugliese. La fase 2 è stata indicata dal premier Conte come l’inizio dall’uscita dal tunnel dell’emergenza, ma secondo Pugliese, «è da evidenziare che la stessa non potrà definirsi una ripartenza dal momento che sono pochissime le imprese che potranno riprendere la propria attività ed ancora troppe le limitazioni».
Il presidente della Commercio pitagorica sottolinea che «si tratta, invero, di una fase molto pericolosa e che lascia presagire, qualora non si operino misure concrete di sostegno alle imprese, un’altissima percentuale di chiusure definitive ed il collasso del sistema economico e produttivo». Questo vale soprattutto per una realtà qual è quella della provincia di Crotone, dove la crisi era presente prima ancora che arrivasse il fermo delle attività dovute alla pandemia del Covid-19. Il fermo ha aggravato una situazione già tragica. «Possiamo affermare – scrive Pugliese – che si tratterà di una fase senza certezze nella quale si ripartirà con alle spalle tre mesi di chiusura senza sostegni economici concreti, dipendenti che ancora non hanno percepito la cassa integrazione e finanziamenti, che si concretizzano in un ulteriore indebolimento, che vanno a rilento per la burocrazia degli istituti di credito».
A Crotone sono stati distribuiti a rilento anche i buoni spesa. L’attuale situazione potrebbe tradursi, nel territorio pitagorico, con «la chiusura definitiva delle piccole attività commerciali, artigianali e turistiche». Verrebbe meno un’economia importante per il territorio, che perderebbe anche numerosi posti di lavoro. «Ciò che si prospetta con certezza, se le istituzioni non interverranno – conclude Pugliese – è un pericoloso allarme sociale ed elevatissima disperazione che potrebbero aumentare il rischio di una vera e propria rivolta sociale». (redazione@corrierecal.it)
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