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«Stravolgeremo le abitudini». La movida calabrese si riorganizza

Il giovane imprenditore di Corigliano Rossano, Costantino Argentino, anticipa i prossimi mesi di “ripartenza”. «Se saremo bravi la ristorazione non risentirà della pandemia, mentre nel divertimento…

Pubblicato il: 28/04/2020 – 15:46
«Stravolgeremo le abitudini». La movida calabrese si riorganizza

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO
Come ne usciranno la ristorazione e l’intrattenimento serale nella fase “liberi tutti” (o quasi)? La domanda se la stanno ponendo tutte quelle centinaia di attività che producono turismo sui 700 chilometri di coste calabresi.
E mentre la Regione sopprime sul nascere ogni velleità di sindaci e amministratori di poter contare sui fondi extra (qui la notizia), quindi su qualche spicciolo pubblico per la sagra paesana da girare alle associazioni (spesso) amiche, gli imprenditori turistici non sanno a quale santo votarsi.
Messo in preventivo che la stagione andrà a farsi benedire, c’è qualcuno che comunque prova a reinventarsi, organizzarsi. E se usi e costumi nella ristorazione potranno adeguarsi, forse non sarà possibile farlo nel campo dell’intrattenimento serale classico, dove il bello è proprio quello di stare vicini-vicini, a chiacchierare al bancone di un lounge, piuttosto che “muoversi” in un discobar sulla spiaggia o in una serata live.
A Corigliano Rossano, sponda Corigliano, d’estate tira tantissimo il “Gùru garden club”, nel cuore del lungomare di Schiavonea, a due passi due dal mare. Target – d’età – medio alto. Poco più in là, di fronte c’è la Malteria, dedicata all’arte culinaria. In entrambi c’è di mezzo Costantino Argentino, socio della Malteria e cogestore del Gùru, baldo 38enne che, pur considerando le prescrizioni e il nuovo “proibizionismo”, non si darà per vinto.
«Ogni giorno – commenta Costantino – stiamo pensando a come poter implementare il mercato, considerando che le notizie che arrivano sono ancora fuorvianti. Le direttive non sono precise e di certo non aiutano a capire come dovremo organizzarci».
La preoccupazione, quindi, «è tanta», anche perché «se prima potevamo contare su una certa forza lavoro (alla Malteria, d’estate vengono occupate circa 30 persone, ndr), in base al fatturato, quest’anno saremo costretti a dimezzare i dipendenti. La crisi sarà devastante».
Se il senso di responsabilità grava su una situazione ancora non chiara e sulla forza lavoro, a subire le maggiori conseguenze sarà l’accoglienza. «Non sappiamo – spiega ancora Costantino Argentino – come le persone reagiranno, come occuperanno, o potranno occupare, il loro tempo libero». E pur ipotizzando le nuove dinamiche sociali, «noi offriamo momenti di convivialità, quindi sarà complicato muoversi in meandri sconosciuti».
«I clienti sono ospiti da coccolare, siamo convinti che prima di venire a pranzo o a cena debbano sentirsi a loro agio. E proprio questo sarà il problema principale perché le misure che ci chiederanno di adottate, come il distanziamento, fa cadere l’essenza del nostro lavoro. Se gli ingressi saranno scaglionati o si dovrà stare a due metri di distanza a cena, sarà impossibile chiacchiere e tutto si complicherà. Ma poi, le relazioni subiranno delle rivoluzioni sociali? La gente sì saluterà, si avvicinerà o avrà ancora timore del virus?»
Interrogativi sacrosanti, fin quando le regole non saranno chiare. «Dovremo uniformarci e tenere botta alla crisi, ed anche per questo da tempo ci siamo attrezzati col delivery che ci consente di impiegare personale. Ma nonostante tutto, se saremo bravi, in Calabria, forse, saremo più fortunati che nelle grandi città del nord. Perché se da quelle parti sarà una estate catastrofica – spiega – noi lavoriamo anche con l’hinterland che ci permette di rimanere a galla. La paura è tanta, ma non per questo ci manca l’ottimismo. Il governo dice e non dice, cambia idea ed infonde nel consumatore eccessive preoccupazioni: si accenna a contaminazioni o si esasperano i concenti della sanificazione. Eppure noi i protocolli dell’hccp li rispettiamo da sempre».
«ENTERTAINMENT? NON VEDO LA LUCE» Insomma, se salterà l’estate nel campo della ristorazione ed «il fatturato subirà un decremento del 70%», in quello dell’intrattenimento «non vedo la luce», dice Argentino. «E se da queste parti saltano giugno, luglio ed agosto, va in fumo il fatturato di un intero anno».
In effetti, la stagione del Gùru, puntualizza Costantino Argentino «è in forte dubbio. Non sappiamo ancora se riapriremo i battenti o se potremo farlo in base alle prescrizioni». Che scardineranno certamente il concetto del tempo libero estivo rispetto a come si era abituati a farlo: mare, sole, socialità, e quindi, amici, divertimento, amori.
«Al Gurù si va per socializzare, divertirsi in una serata live, scambiare due chiacchiere, incrociare gli sguardi. Immaginiamo però un ingresso contingentato coi termoscanner, o distanziato – ipotizza –. Cadono i presupposti e i princìpi, oltre alla routine del vivere l’estate. Come potremo distanziare, peraltro? Stiamo comunque pensando a destagionalizzare l’offerta, o nella ristorazione ad abituare a spalmare gli orari della cena, magari a partire dalle 19 e fino a notte per variare l’offerta nel tentativo di non dover chiudere battenti».
«Dovranno pure spiegarci come possono lavorare pizzaiolo ed aiuto pizzaiolo, che di solito vivono gomito a gomito, se dovranno mantenere le distanze…» e la domanda-provocazione conclusiva di Costantino Argentino.
Insomma, non sarà certamente una estate facile per chi deve lavorare e per chi in Calabria campa di turismo. La Malteria o il Gùru ritraggono esempi calzanti per tutte quelle realtà produttive calabresi che generano il loro fatturato annuale fra giugno e agosto. Il rischio di rimanere a spasso – nell’ambito della forza lavoro – è altissimo, la preoccupazione di dover chiudere battenti, anche. Ma “per fortuna” ci sono i bonus di 600 euro per le partite iva. (l.latella@corrierecal.it)

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