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Colpo di mano della giunta sulla scelta dei manager

Ci sarà un avviso unico per interni ed esterni. Ma le norme prevedono che le due “chiamate” prima delle nomine siano distinte. Il nuovo regolamento può portare a una marea di ricorsi

Pubblicato il: 29/04/2020 – 7:08
Colpo di mano della giunta sulla scelta dei manager

CATANZARO Il primo colpo contro un pezzo di burocrazia regionale, la presidente della Regione Jole Santelli lo ha sparato nell’ultima seduta del Consiglio. Per la governatrice ci sarebbero 800 persone che lavorano per la Regione ma non si sa a che titolo. Il secondo, partito in sordina, è una (apparentemente) innocua integrazione al regolamento che disciplina il meccanismo per la scelta dei dirigenti generali e di settore della Cittadella di Germaneto. In realtà, la novità ha provocato già qualche mal di pancia nel palazzo che governa i calabresi. Perché contiene un approccio inedito alla scelta dei manager che comporranno la squadra burocratica chiamata (la metafora si ripropone ogni cinque anni) a rivoltare la Calabria come un calzino.
AVVISO UNICO PER INTERNI ED ESTERNI L’integrazione al regolamento regionale del 20 marzo 2015 (che disciplina il conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale, ma vale lo stesso principio per i dirigenti di settore) cambia di parecchio la prospettiva. Perché sancisce la predisposizione di un unico avviso per tutti i candidati, sia interni che esterni, con l’indicazione degli incarichi da conferire. «Fermo restando – spiega l’integrazione approvata pochi giorni fa – l’obbligo di procedere alla valutazione delle candidature esterne solo nel caso in cui non sia stata individuata idonea professionalità tra i candidati interni». L’avviso è unico, dunque, ma il regolamento dà “precedenza” alle nomine dei dirigenti di ruolo.
COSA DICONO LE NORME Il fatto è che – soprattutto quando si ha a che fare con la burocrazia – la forma è spesso sostanza. E la forma della nuova procedura si discosta da quella individuata per evitare guai (e soprattutto ricorsi) a valle delle nomine. Questa è la prassi: per conferire legittimamente un incarico dirigenziale ad un soggetto esterno è necessario espletare, prima della procedura comparativa, un interpello interno, che consenta all’amministrazione nominante di accertare l’insussistenza o l’indisponibilità della professionalità richiesta per l’attribuzione dell’incarico, al suo interno, anzitutto tra i dirigenti di ruolo. La non rinvenibilità nei ruoli dell’amministrazione deve essere apprezzata oggettivamente, in modo da limitare il ricorso a contratti al di fuori dei ruoli dirigenziali, costituenti deroghe al principio del pubblico concorso, sia in ossequio a ragioni di contenimento della spesa pubblica, sia per non mortificare le aspettative professionali dei dirigenti interni. Insomma: prima l’avviso interno, con valutazione dei curriculum; poi, qualora le professionalità non fossero oggettivamente idonee, il ricorso a un dirigente esterno.
IL RISCHIO DEI RICORSI Nel caso del “nuovo” regolamento pensato dalla giunta Santelli questa prassi salta. L’avviso sarebbe unico e i curriculum andrebbero a finire tutti nello stesso calderone. Una “promiscuità” (amministrativa) che potrebbe risultare sgradita a eventuali interni esclusi o scavalcati dagli aspiranti manager esterni all’amministrazione. La differenza di forma adottata, in sostanza, potrebbe generare ricorsi in quantità industriale. Quale candidato scartato non considererebbe un’anomalia la presenza di interni ed esterni nello stesso elenco assieme all’eventualità che i curriculum possano essere comparati a monte bypassando la normativa nazionale? La risposta, stando al tasso di litigiosità per le nomine (chiedere ai giudici del Tar di Catanzaro) è «quasi nessuno». All’avvio del percorso per individuare i nuovi manager manca poco. Di questo passo, tra qualche mese il Tribunale amministrativo potrebbe essere piuttosto intasato.

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