«Perché non si è previsto che le strutture pubbliche possano riprendere l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali se in grado di garantire, cosi come per i privati, le misure minime previste dall’allegato 1 dell’ordinanza 35/2020?» E’ quanto chiede il segretario del Suma-Assoprof, Vincenzo Priolo, in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Jole Santelli, al commissario della sanità calabrese, Saverio Cottcelli, e al Dipartimento regionale Tutela della Salute. Nella lettera il segretario del Sumai-Assoprof Priolo chiede «per quali motivi si è ritenuto che le strutture pubbliche possano riprendere (per effetto dell’ordinanza 29/2020) l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali senza dovere essere in grado di garantire, cosi come per i privati, le misure minime previste dall’allegato 1 dell’ordinanza 35/2020? Per quali motivi non si è previsto che le strutture pubbliche possano riprendere l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali se in grado di garantire, cosi come per i privati, le misure minime previste dall’allegato 1 dell’ordinanza 35/2020? (ordinanza 35/2020). Si sono valutati gli esiti dell’ordinanza 29/2020 sulle strutture pubbliche? Si sono valutate le conseguenze collaterali dell’ordinanza 35/2020 sulle strutture pubbliche (perdita di pazienti a vantaggio delle strutture private)?. Si è costatato se le strutture pubbliche possano garantire le misure minime suddette? Quali condotte sono state avviate ovvero concretamente programmate per consentire alle strutture pubbliche di adeguarsi ove non lo fossero ai requisiti descritti dall’allegato 1 all’ordinanza 35/2020? Quali tempi – conclude Priolo – sono stati previsti per consentire alle strutture pubbliche di adeguarsi ove non lo fossero ai requisiti descritti dall’allegato 1 all’ordinanza 35/2020?».
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