CATANZARO «L’ordinanza della presidente Santelli, resa pubblica stanotte con una modalità assolutamente inusuale e fuori luogo, lungi dall’essere motivata e giustificata, manifesta solo una irresponsabilità giocata sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, di tutti i calabresi al solo scopo di mostrare una opposizione politica al Governo centrale. E’ da diverso tempo, ed a maggior ragione, dal 24 aprile scorso, data della stipula tra le parti sociali ed il Governo, del nuovo protocollo sicurezza finalizzato alla programmazione della cosiddetta ‘Fase2’, anche unitariamente, stiamo sollecitando una azione della Regione finalizzata ad una accurata ricognizione delle condizioni generali per la riapertura dei settori interessati». Lo afferma, in una nota, Massimo Covello, segretario della Fiom Cgil Calabria.
«A tutt’oggi in Calabria – prosegue Covello – non è stato predisposto nessun piano di monitoraggio delle attività lavorative, non si riscontrano azioni di rafforzamento dei presidi territoriali a supporto dell’imprese e dei lavoratori, non esiste una certezza sull’approvvigionamento costante e sostenibile dei Dpi, nessuna azione tesa a pianificare la mobilità regionale e sopratutto nessuna chiara politica industriale a sostegno delle migliaia di piccole imprese metalmeccaniche il cui destino resta in balia degli eventi. In questo scenario drammatico e mentre ci si sta adoperando come organizzazioni sindacali per costituire nei territori i Comitati di settore per conoscere e determinare i fabbisogni necessari ad una ripresa che tuteli le imprese, i lavoratori e le lavoratrici, l’ordinanza della presidente Santelli, fa finta di interessarsi del destino economico di tanti senza nessuna logica».
«Oltre ogni giudizio di legittimità formale – sostiene ancora Covello – è davvero provocatoria una ordinanza che non ha visto nessun coinvolgimento delle parti sociali. Essa mette a repentaglio il risultato del lokdown a cui i calabresi si sono sottoposti con grande responsabilità anche consapevoli delle criticità strutturali del sistema sanitario regionale. I lavoratori e le lavoratrici, le imprese di tutti i settori, meritano azioni di sostegno concrete, a partire dall’accelerazione dei tempi di erogazione dei sussidi e degli ammortizzatori sociali, non di caos e direttive avventate. Presidente ritiri questa ordinanza ed avvii nel concreto, coinvolgendo tutte le parti istituzionali e sociali della regione, una attenta analisi su cosa fare e come farlo per garantire il lavoro in sicurezza e per costruire il futuro della Calabria».
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