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Arrivata la diffida del Governo, Santelli: «Non ritiro l’ordinanza»

Nessun passo indietro del governatore che ha annunciato anche di aver sentito al telefono il ministro Boccia sul dispositivo dai lei varato che consente un allentamento delle misure di contenimento…

Pubblicato il: 01/05/2020 – 17:44
Arrivata la diffida del Governo, Santelli: «Non ritiro l’ordinanza»

CATANZARO Il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, tiene il punto sulla sua contestata ordinanza di alleggerimento di alcune misure di contenimento del Coronavirus, confermando che non farà nessun passo indietro nonostante il “forcing” del governo. «La lettera di diffida è arrivata, ho anche parlato con il ministro Boccia, non ritiro l’ordinanza», ha detto oggi Santelli nel corso di un collegamento con “Agorà”, su Rai 3, l’ultima trasmissione nazionale in ordine di tempo ad ospitare, da ieri pomeriggio, il presidente della Regione che ha deciso, in anticipo rispetto a tutti i colleghi governatori e soprattutto in contrasto con il governo, di disporre alcune aperture inedite, come quella del servizio ai tavoli esterni di bar e ristoranti.
«Non ritiro l’ordinanza perché – ha proseguito Santelli – la ritengo corretta e sono convinta che entro una settimana il governo assumerà esattamente la stessa decisione che ho già assunto io, e quindi secondo me ci rincorreremo sulle carte. Ritegno necessaria la mia ordinanza perché il governo aveva già aperto i ristoranti, autorizzandone l’asporto, quindi non sono io ad aver aperto i ristoranti ma li ha aperti il governo Io ho semplicemente aggiunto la possibilità di utilizzare tavoli all’esterno». «Se qualcuno – ha aggiunto il presidente della Regione – mi fa comprendere la differenza di pericolo tra l’asporto e un tavolo all’esterno gliene sarei grata».
«PIÙ PERICOLOSO QUANTO DECISO DAL GOVERNO SUI RIENTRI» Parlando ad “Agorà”, Santelli ha poi ribadito: «La cautela l’ho sempre assunta, nell’ordinanza infatti è contenuto un allegato di precauzioni molto ma molto pesanti e importanti, perché sono consapevole dei rischi. La Calabria è una delle regioni che ha avuto maggiori restrizioni, io ho assunto una politica molto restrittiva, e ora, poco a poco e con molta, molta cautela, sto restituendo alcune libertà che avevamo tolto ai miei cittadini».
«Comprendo e ringrazio – ha rimarcato il presidente della Regione – chi si preoccupa del pericolo che possa rappresentare il tavolo all’aperto, ma ritengo molto più pericoloso quanto ha disposto il Dpmc del governo: in Calabria abbiamo avuto tutti casi di contagio di ritorno, cioè da chi è arrivato dalle zone fortemente contagiate, abbiamo dovuto contrastare due diversi esodi e si sta preparando il terzo e siamo preoccupati perché il governo ha consentito di tornare non solo a chi ha la residenza ma anche a chi ha il domicilio o l’abitazione e poi non ha preso alcuna misura di cautela in partenza, noi dobbiamo di nuovo rifronteggiarlo da soli. Penso che il pericolo derivi più dalle migliaia di persone che possano tornare che dai tavoli all’esterno dei bar». «Si dice – ha poi detto Santelli – che si deve partire tutti insieme ma in Italia ci sono situazioni e zone di contagio diverse ma al governo chiedo un’attenzione particolare rispetto alle diversità e alle specificità dei territori, tener conto di questa specificità mi sembra una richiesta ragionevole. In Calabria non abbiamo grandi aziende, ma soprattutto aziende di servizi, e rischiamo che tra 20 giorni non riapre nessuna di questa”. In conclusione, Santelli ha specificato: «Non ho fatto e non ho nessuna intenzione di fare nessuna provocazione o mossa politica, sto solo cercando di esprimere un disagio e porre l’attenzione su tematiche che sono fortemente presenti nel Sud del paese».
ORDINANZA RIMASTA PRATICAMENTE LETTERA MORTA Finora, tuttavia, l’ordinanza della Santelli non ha avuto particolare attuazione in Calabria. Anche oggi, la gran parte degli esercizi in Calabria sono rimasti chiusi, anche per lo stop imposto da moltissimi sindaci, che hanno deciso di non dare corso al provvedimento di Santelli mantenendo vigenti il Dpcm governativo o adottando ordinanze comunali di esplicita sconfessione dell’ordinanza regionale. L’Anci Calabria, del resto, ieri era intervenuta illustrando la posizione critica degli amministratori locali rispetto alla «anomala e repentina adozione di un provvedimento, parzialmente in distonia con le disposizioni nazionali vigenti, la cui applicazione poteva essere preventivamente vagliata e programmata con il coinvolgimento delle categorie professionali interessate e dei sindaci». E anche gli Ordini dei medici delle province calabresi hanno lanciato un appello alla Regione, rimarcando la necessità della «massima prudenza e della attenta gradualità di tempi e modi, contraddetta invece dalla volontà di riaprire locali di ritrovo, che corrisponde, nei fatti, a un indiscriminato via libera per tutti».

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