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«Dipendente della Protezione civile a rischio contagio, sospesa una squadra operativa»

Il sospetto caso di Coronavirus emerge dalle comunicazioni interne del dipartimento. Il Csa-Cisal: «Informazioni troppo scarne ai lavoratori. Ora tamponi a chi è in prima linea»

Pubblicato il: 03/05/2020 – 8:01
«Dipendente della Protezione civile a rischio contagio, sospesa una squadra operativa»

CATANZARO «La salute dei lavoratori prima di tutto, soprattutto per coloro che in questo periodo si trovano in prima linea a fronteggiare il coronavirus». È quanto sostiene con forza il sindacato Csa-Cisal riferendosi ad un fatto che interessa la Protezione civile calabrese.
LA SOSPENSIONE DI UNA SQUADRA DELLA SALA OPERATIVA La Sala operativa (Soru) della Prociv, uno dei “bracci armati” nel contrasto all’emergenza al Covid-19, sarà “in sofferenza” nel mese appena iniziato. Nella comunicazione in cui venivano trasmessi i turni di maggio – riferisce una nota del sindacato –, un funzionario fa presente che la modulazione è stata effettuata «tenendo conto del dispositivo con cui si è provveduto alla sospensione momentanea della Sq. B». La sospensione della Squadra B è confermata, da una lettera interna del responsabile della Soru datata lo scorso 29 aprile. La Sala operativa è composta da cinque squadre: A, B, C, D, E. Ciascuna con quattro operatori che si alternano nei turni (diurni e notturni). «Ricordiamo – continua la nota –, che oltre al monitoraggio delle criticità, in questa fase i funzionari sono impiegati nello smistamento di tutti gli approvvigionamenti che arrivano in Calabria per contrastare il virus. Dunque, dalle apparecchiature per gli ospedali a vari dispositivi di protezione individuale (mascherine, tute, guanti, visiere e copri-calzari). Nel mese di maggio le squadre superstiti saranno costrette a turni ancor più sfiancanti di quelli delle precedenti settimane».
IL FATTO DIETRO LA SOSPENSIONE «Perché è stata decisa la sospensione della Squadra B? – si chiede il Csa-Cisal – Bisogna tornare indietro di qualche giorno. Nella mattinata del 29 aprile uno dei componenti della Squadra in questione comunica che il figlio e la nuora sono risultati positivi al Covid-19. Il lavoratore ha correttamente informato chi di dovere in maniera responsabile anche per inevitabili contatti nei giorni antecedenti con i colleghi. Da qui – come aveva ricordato il sindacato – è arrivata la decisione del responsabile della Sala Operativa della rimodulazione dei turni, anche se non è stato precisato il motivo nei documenti scritti. Precisiamo che il dipendente interessato, assieme ad un altro, sarebbe comunque andato in pensione a far data dal primo di maggio. Mentre i restanti due componenti della Squadra B sono stati posti in ferie d’ufficio come si evince da una comunicazione, sempre del 29 aprile, a firma del capo ad interim della Prociv, in cui si legge che la decisione è stata assunta: “Tenuto conto che un dipendente della Squadra B potrebbe essere stato esposto al contagio da Covid-19 e che si è in attesa di conoscere le determinazioni del competente Dipartimento Tutela della Salute- Servizio di Prevenzione dell’Asp”».
SCARNE COMUNICAZIONI UFFICIALI Il sindacato Csa-Cisal fa notare come «sarebbe stato molto più corretto che di questa vicenda fossero informati “formalmente” tutti i lavoratori della Sala Operativa, piuttosto che apprenderla da voci di corridoio. Non fosse altro che seppure divisi in squadre diverse, i rispettivi componenti spesso si “incrociano” nei cambi dei turni e inoltre questi lavoratori spesso raggiungono gli uffici della Cittadella regionale, inclusi quelli amministrativi. Invece gli operatori si sono ritrovati soltanto con scarne comunicazioni sulle rimodulazioni dei turni. Se non c’è chiarezza e trasparenza all’interno della Protezione civile regionale, come si fa a pretenderla altrove? Il fatto, è inutile nasconderlo, ha procurato timori all’interno della Soru. Ma al di là di questo, quello che conta è: il dipendente interessato è stato sottoposto a tampone? E i suoi colleghi? Ci auguriamo di no, ma cosa succederebbe se una componente importante come la Sala Operativa della Protezione civile regionale fosse interessata da episodi di contagio? Prevenire circostanze di questo genere, con protocolli adeguati, rientra nella prassi di una buona Amministrazione. Visto che non sembra che qualcuno ci abbia pensato prima, occorre predisporre, da subito, i tamponi a tutti i lavoratori della Soru di Catanzaro. Ed a stretto giro a quelli a quelli impegnati nelle altre sedi regionali».
TAMPONI A CHI SI RITROVA IN PRIMA LINEA CONTRO IL VIRUS «Confidiamo pertanto in un tempestivo intervento del direttore generale del dipartimento della Presidenza, che in questo momento è responsabile della Prociv, e che il presidente della giunta regionale, se non lo è già, sia informato di quanto avvenuto.  Non si possono correre rischi e non si possono lasciare nell’incertezza operatori che stanno buttando il sangue per evitare che il contagio si espanda fra i comuni cittadini.  In questo caso stiamo parlando di un servizio essenziale. A maggior ragione in questo periodo critico, quando la prevenzione ed i controlli diventano questione di vita o di morte. Non è quindi eludibile predisporre un cronoprogramma entro cui questi dipendenti più “a rischio” debbano essere adeguatamente tutelati con lo screening, altrimenti – conclude il sindacato CSA-Cisal – verranno vanificati gli sforzi e si perderanno risorse preziose per la tenuta del sistema Protezione civile. I lavoratori, e le loro famiglie, vanno tutelati soprattutto quelli in trincea».

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