LAMEZIA TERME Ha scelto il luogo simbolo di questo tempo che stiamo vivendo, dove ogni giorno ci si prende cura della “carne di Cristo” in coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, il vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci che, nel primo anniversario della sua elezione a vescovo della diocesi lametina, ha celebrato questa mattina la Santa Messa nella cappella dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme
«Il nostro pensiero oggi è per le persone che sono qui, per tutte le persone che soffrono. Un anno fa veniva annunciata la mia nomina a vescovo di questa Diocesi. Ho scelto di vivere questo primo anniversario qui, in ospedale. Tutti sappiamo cosa significa per noi oggi l’ospedale: la cura, la preoccupazione per gli altri. È premura da parte di tutti fare in modo che questo presidio ospedaliero sia sempre più una realtà efficiente, pronta a venire incontro ai bisogni delle persone nel nostro territorio», ha detto il vescovo all’inizio della celebrazione eucaristica, concelebrata dal cappellano dell’ospedale padre Giuseppe Massara.
Nella domenica del Buon Pastore, l’invito di monsignor Schillaci «a contemplare il Buon Pastore, il Bel Pastore, colui che si interessa, che ha cura delle sue pecore. Non è un ladro o un brigante, perché non cerca il proprio interesse o il proprio tornaconto personale. Siamo qui, in un ospedale. Abbiamo visto, in maniera particolare in queste settimane, che cosa significhi la sanità: significa donne e uomini che mettono a repentaglio la propria vita per il bene degli altri. Chiunque è chiamato a guidare delle comunità, civili o religiose, non può che pensare agli altri. È chiamato a mettersi dietro a Gesù, a seguire le orme del Pastore, nel suo donarsi così puro e disinteressato, privo di qualsiasi logica tornacontista. Il Buon Pastore – ha proseguito Schillaci – è colui che ci conduce fuori. Questo significa, come ci ricorda Papa Francesco, che non devono esserci chiusure. Il Signore non vuole discepoli ripiegati su se stessi. Quando c’è il rischio di chiudersi in un orizzonte sempre più chiuso e meschino, il Signore ti spinge fuori dal recinto, in un incessante esodo da noi stessi a Dio. Usciamo anche noi dal recinto per rischiare. Desideriamo con tutto noi stessi crescere nella vita cristiana, in una vita più evangelica che abbandona determinate logiche. Il Buon Pastore è il nostro punto di riferimento, Egli cammina avanti, apre il cammino».
Guardare a «una visione di salvezza, non di sventura. Una visione di amore, non di odio. Una visione di fiducia, non di paura» è l’augurio del vescovo di Lamezia per i mesi che verranno e l’invito «ad abbandonare propositi meschini che porterebbero nella nostra vita solo interessi, tornaconti personali, logiche di morte. Allontaniamo tutto questo per abbracciare la Vita in abbondanza, la Vita Buona e Bella del Vangelo, che il Signore ci offre. A Lui ci rivolgiamo perché ispiri “desideri di Vita”, la capacità di custodire e curare ogni essere umano. In particolare i più piccoli, i più fragili, i più poveri. La cura, l’attenzione degli uni nei confronti degli altri. Custodiamoci. Questo sarà il nostro futuro: saperci custodire per custodire la casa comune di cui ognuno di noi è responsabile».
Presente alla celebrazione il direttore sanitario Antonio Gallucci che ha espresso «la gratitudine al vescovo da parte di tutta la comunità ospedaliera per aver celebrato in questa nostra realtà il primo anniversario della sua elezione. Auspico che la sua presenza sia continua come lo è stata in tutti questi mesi. Abbiamo tutti bisogno della sua presenza».
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