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Ztl e variabile Tari sospese. Palazzo dei Bruzi cerca soluzioni per sostenere il commercio

Sul controllo elettronico del traffico c’è la volontà della maggioranza dei componenti di commissione attività economiche e produttive. Il mancato versamento dell’aliquota sui rifiuti comporterebbe…

Pubblicato il: 04/05/2020 – 17:02
Ztl e variabile Tari sospese. Palazzo dei Bruzi cerca soluzioni per sostenere il commercio

COSENZA La riapertura delle attività commerciali è timida. Cosenza ha anticipato di qualche giorno l’avvio della “Fase 2”, ma il libera tutti è più per chi decide di approfittare del primo caldo di maggio per una passeggiata che per il resto. Lenta sarà la ripresa dei consumi e con i costi imposti per adottare tutte le misure per una riapertura in sicurezza, le prospettive per l’intero settore terziario a Cosenza così come in tutta la provincia, sono catastrofiche. A Palazzo dei Bruzi si cercano soluzioni, ma sindaco e consiglieri viaggiano su due binari diversi. Occhiuto spinge per utilizzare mezzi pubblici e biciclette, i suoi consiglieri affinché si sospenda il controllo con le telecamere che vigilano sulle zone a traffico limitato. L’occhio elettronico di via Isonzo e viale Trieste è quello più attenzionato, anche perché le due strade che incrociano l’isola pedonale sono piene di negozi pronti alla riapertura. Già nella scorsa settimana, il presidente della commissione attività economiche e produttive Annalisa Apicella, aveva sottoposto la questione ai suoi colleghi di commissione. Un appello caduto nel vuoto il primo, così non è stato con la riunione di oggi dove ai lavori della commissione consiliare hanno partecipato anche tre esercenti. Dietro front dopo aver ascoltato le ragioni dei commercianti e parte della maggioranza che insieme alla minoranza ritiene di dover sospendere il servizio di controllo elettronico «almeno fino al 31 di dicembre».
NON SOLO I COMMERCIANTI  Non è una novità. Lo scontro politico sul controllo delle due aree cittadine si ripropose con vigore quando iniziarono i lavori del “Parco del Benessere”. Storia recente eppur sembrano passati secoli. La richiesta sarebbe stata avanzata anche considerato il temporaneo sigillo al parcheggio di Piazza Bilotti e sostiene il consigliere Apicella: «In questo momento non possiamo non considerare la macchina come strumento più sicuro negli spostamenti. Permettere alle persone di raggiungere nel minor tempo possibile i negozi che si trovano lungo quelle strade è una misura che tutela non solo gli esercenti e compratori». Una sospensione temporanea, in attesa che tornino tempi migliori, ma dal Municipio le richieste sono anche altre. La più importante riguarda il fermo al pagamento della parte variabile della Tari, non solo per i commercianti ma anche per tutti gli appartamenti adibiti a studi professionali. Non versare la parte variabile comporterebbe un ammanco alle casse comunali di circa 600mila euro. Una cifra che considerato il dissesto finanziario non è alla portata delle casse comunali. Ma la questione potrebbe essere superata facendo appello al principio del consumo effettivo. In buona sostanza, nei due mesi di lock down nessuno né liberi professionisti, né commercianti hanno prodotto rifiuti ragion per cui la società della nettezza urbana sarebbe stata sgravata dall’incombenza della pulizia. Dunque un mancato pagamento potrebbe essere giustificato. Se ne dovrà parlare, per il momento si tratta di ipotesi.
“NEGOZIO A DOMICILIO” Intanto il consigliere comunale Giuseppe d’Ippolito ha avanzato all’assessore Loredana Pastore di adottare il “Negozioadomicilio.it” sviluppato tra i cubi dell’Università della Calabria per sostenere in modo virtuale i commercianti che fisicamente hanno delle attività produttive. «Si tratta di un vero e proprio centro commerciale virtuale, all’interno del quale, chiunque, provvisto di determinati requisiti, può aprire un suo store senza costi di iscrizione, nè spese di commissione sulle vendite -spiega il consigliere di Fratelli d’Italia -. Si tratta di una proposta fattiva alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo in questo momento storico in cui la solidarietà è il vero strumento per combattere il Covid-19. La necessità di ripartire del tessuto economico locale impone ai piccoli esercenti e a tutti i piccoli imprenditori un cambio pressoché radicale delle loro abitudini nella promozione e nella commercializzazione dei propri prodotti e servizi, al fine di far ripartire l’economia di quanti sono stati costretti a chiudere, stando così accanto al tessuto economico locale di micro imprese per affrontare la ripresa». (mi.pr.)

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