Paolo era il nostro Paolo.
Un uomo innamorato delle parole, di ciò che rappresentano e di ciò che possono creare in chi le ascolta. Aveva una passione viscerale per la musica di Dé André, per i libri di Camilleri, per quelli di Pérez-Reverte e la cucina di sua moglie. Nel suo studio, sopra al certificato di abilitazione dell’Ordine dei Giornalisti, aveva incorniciato la sua frase preferita di John Fitzgerald Kennedy e ha sempre vissuto onorando quella massima: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare….”. Quando nel 1999 una bomba colpì, nuovamente, la nostra casa a Reggio Calabria lui vegliò sul sonno dei suoi figli e il giorno dopo, di buonora come sempre, prese la sua valigetta e andò in redazione a lavorare come fosse un giorno qualsiasi. Alcuni potrebbero pensare che lo abbia fatto per senso di rivalsa o di sfida nei confronti di chi s’illudeva di poterlo fermare, di poter fermare le sue parole, ma noi che lo abbiamo conosciuto meglio di chiunque altro sappiamo la verità: lo fece, come sempre, perché quello era il suo dovere e “Un uomo fa quello che è suo dovere fare…”.
Tra le avversità e le esaltazioni che ha vissuto lungo la sua vita, nel corso degli anni Paolo è riuscito a riempire la nostra casa e le nostre vite con tutto quello che amava: allegria, canzoni, parole e tante amicizie genuine. Non era insolito per lui rincasare per cena insieme a colleghi e amici che nel corso degli anni sono diventati parte di una “famiglia in grande” che ancora oggi ci accompagna e ci è vicina.
Paolo negli anni era diventato un punto di riferimento per i colleghi più giovani, che cercava di indirizzare e di supportare con fare paterno ma mai paternalista. Paolo amava il suo mestiere ma non ha mai ceduto, nemmeno per un secondo, alla tentazione dell’autoesaltazione, preservando quell’umanità nell’adempiere al suo lavoro che lo ha reso amabile agli occhi di molti.
Tenendo a mente quello che ha rappresentato per noi e per gli altri abbiamo deciso di raccogliere i contributi di una parte dei suoi amici più cari per ricordarlo a un anno dalla sua dipartita. Avremmo voluto portare avanti altre iniziative in sua memoria che purtroppo sono state (solo temporaneamente) messe da parte a causa della crisi attuale e che ripartiranno non appena sarà consentito. In un momento complesso e incerto come quello attuale, speriamo che il ricordo di Paolo, per chi lo ha conosciuto e per i suoi lettori, possa aiutare a guardare ai giorni a venire come lui avrebbe fatto: con coscienza della sfida ma con l’ottimismo e l’ironia di chi è conscio di potercela fare. Vi terremo aggiornati su queste iniziative tramite il Corriere della Calabria e speriamo di potervi riabbracciare tutti molto presto e di persona per ricordare Paolo come lui avrebbe voluto. Perché è nostro dovere e Paolo ci ha insegnato che: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare…”
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