CATANZARO Nella giornata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre soggetti di Isola di Capo Rizzuto, ritenuti responsabili dei reati di usura ed estorsione commessi nei confronti di un commerciante di Cropani. Si tratta, in particolare, di un provvedimento che scaturisce da una attività investigativa – condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina e da quelli della Stazione di Cropani — coordinata dai sostituti Procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio e dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.
LA DENUNCIA Le indagini hanno avuto inizio a seguito della denuncia presentata nel novembre 2019, presso la Stazione Carabinieri di Cropani, dalla vittima, titolare di un esercizio commerciale, ed è stata sviluppata attraverso indagini tecniche come intercettazioni telefoniche e analisi di dati, attività tradizionali (osservazioni, controlli e pedinamenti) e accertamenti documentali. E gli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa hanno così consentito di accertare le difficoltà economiche e il conseguente “stato di bisogno” della vittima, dovuto alla necessità di sostenere varie spese, anche per le cure mediche di familiari, che l’aveva indotta a ricorrere, nel 2010, a canali abusivi di credito, ricevendo in prestito dagli usurari la somma originaria di 4.000 euro.
L’ESTORSIONE E LE MINACCE È stato, pertanto, ricostruito il rapporto creditizio imposto che prevedeva la restituzione della somma complessiva di 20mila euro a fronte del debito iniziale contratto, con l’applicazione di tassi usurai pari al 100% annuo. Sono state anche documentate le ricorrenti condotte estorsive messe in atto nei confronti della vittima, rivolgendo minacce di morte anche attraverso l’uso di una pistola nella disponibilità degli indagati. I fatti oggetto delle indagini sono stati inquadrati in un più ampio contesto di matrice ‘ndranghetista in considerazione della riconducibilità dei soggetti destinatari del provvedimento cautelare a una famiglia gravitante nell’ambito delle cosche di Isola di Capo Rizzuto. Per due dei tre destinatari del provvedimento restrittivo è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Si tratta di Vittorio e Tommaso Raso di 36 e 22 anni. Mentre per il terzo soggetto, il 61enne Luigi Raso, già detenuto per altra causa, quella della custodia cautelare in carcere.
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