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«Più attenzione alle persone con disabilità, ma la Regione non ci ascolta»

Coppedè e Alesina (Fish Calabria e ANFFAS): «Chiediamo l’avvio di una stagione partecipativa che inizi da subito nonostante i limiti che il COVID 19 ci impone»

Pubblicato il: 07/05/2020 – 10:52
«Più attenzione alle persone con disabilità, ma la Regione non ci ascolta»

LAMEZIA TERME Cinque Pec in poco più di un mese e mezzo (dal 25 marzo) inviate direttamente alla presidenza della Regione Calabria, al Dipartimento delle Politiche Sociali e a quello delle Politiche della Salute. La richiesta, da tempo, è sempre la stessa: una maggiore attenzione alle persone con disabilità della Calabria e che da tempo sono in attesa di risposte ai bisogni essenziali e legati al Covid-19.
LE RICHIESTE «Nella prima missiva del 25 marzo – scrive il coordinamento ANFFAS e Fish Calabria – abbiamo inviato la richiesta di costituzione di una Unità Speciale secondo art.9 del DL 14/2020 da realizzarsi con la partecipazione della rappresentanza di tutte le istituzioni coinvolte: Presidenza regionale, Dipartimento della salute, Dipartimento delle politiche sociali della Regione, ASP, Protezione civile, Forum Terzo Settore, organizzazioni maggiormente rappresentative di persone con disabilità e dei loro familiari FISH Calabria, FAND Calabria e ANFFAS Calabria, riconoscendo a quest’ultima l’organizzazione a livello nazionale di una unità di crisi che ha elaborato strumenti e strategie condivisi anche con FISH e offerti alle Regioni Italiane. La Regione Calabria non ha accolto la proposta dell’Unità Speciale né da parte sua ha avanzato alcuna soluzione. 
Il DPCM 26 aprile 2020 all’articolo 8 ha previsto che la ripresa dei servizi socio-sanitari e sociali in favore di persone con disabilità (in essi inclusi anche i servizi dei centri diurni), può essere posta a seguito dell’adozione di piani territoriali, adottati dalle Regioni, che devono traguardare tali aspetti, predisponendo anche di conseguenza eventuali specifici protocolli per il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute delle persone con disabilità». 
L’ARTICOLO 8 DEL DPCM Ieri mattina, 6 maggio, con una nuova email certificata, Fish Calabria e il Coordinamento ANFFAS Calabria hanno sollecitato alla presidenza della Regione Calabria e ai Dipartimenti interessati, alle politiche sociali e alla salute già destinatari della precedente PEC, l’applicazione del citato articolo 8 del DPCM del 26 aprile.
In allegato alla richiesta abbiamo inviato anche le linee di indirizzo per la ripresa graduale delle attività dei servizi e centri a carattere sanitario, sociosanitario e sociale per le persone con disabilità, un documento redatto dal gruppo unità di crisi ANFFAS su COVID 19.
A differenza della volta precedente, «non siamo più disponibili ad attendere invano che arrivino risposte, e ci aspettiamo di essere interpellati al più presto come soggetti di rappresentanza per discutere degli interventi urgenti che permettano di riaprire i servizi in sicurezza o di trovare delle sostituzioni alternative adeguate alle necessità dell’utenza.
Questa per ora inutile attesa crea grandi difficoltà alle persone con disabilità che non ricevono le prestazioni necessarie, alle famiglie che devono farsene carico completamente, ai servizi che restano fermi e inattivi. La competenza e la capacità progettuale non ci mancano e già nelle linee guida presentate si possono trovare le migliori opportunità e soluzioni, che tuttavia siamo disponibili a discutere per venire incontro alle esigenze istituzionali e dell’utenza».
VERSO UNA NUOVA NORMALITA’ «Come persone con disabilità – scrivono – abbiamo vissuto con molta inquietudine la sorte di molte persone anziane ricoverate nelle RSA regionali a cui non è stata garantita la sicurezza necessaria, e abbiamo vissuto con altrettanta inquietudine la difficoltà di non riuscire ad avere in numero sufficiente di DPI, (Dispositivi di Protezione Individuale), ovvero mascherine e guanti, necessari per la tutela della salute delle persone con disabilità non autosufficienti che hanno l’assistenza domiciliare che pure sono stati richiesti alla Protezione civile regionale. Ora chiediamo l’avvio di una stagione partecipativa che inizi da subito nonostante i limiti che il COVID 19 ci impone ma andando verso una nuova normalità anche alla luce di alcuni ripensamenti di servizi e strutture inclusive, innovative ed anche sicure».

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