«Non c’è stato alcun atteggiamento superficiale né della Regione né dell’Asp di Catanzaro né del Policlinico Mater Domini, che hanno lavorato in grande raccordo e sinergia, affrontando un caso estremamente drammatico e sostenendo persone che hanno già vissuto un dramma enorme». Così il commissario del Policlinico universitario “Mater Domini”, Giuseppe Zuccatelli, replica ai consiglieri regionali Luigi Tassone e Libero Notarangelo, che hanno annunciato un’interrogazione sulla vicenda del trasferimento di ex pazienti Covid, già ospiti della Rsa di Chiaravalle Centrale, all’ospedale di Serra San Bruno. «Regione, Asp di Catanzaro e Policlinico “Mater Domini” – specifica Zuccatelli – hanno operato in modo coordinato perché non è possibile tenere più in ospedale persone che sono guarite, sane e con tamponi negative. Abbiamo lavorato come matti, ci siamo fatti carico di una notevole difficoltà perché nessuno si voleva far carico di queste persone, e adesso non è accettabile che vengano quasi considerate come reiette. Contesto fortemente le dichiarazioni dei due consiglieri perché non c’è stato alcun atteggiamento superficiale né della Regione, né dell’Asp di Catanzaro, né del Policlinico Mater Domini, che – sostiene il commissario – hanno lavorato in grande raccordo e sinergia, affrontando un caso estremamente drammatico e sostenendo persone che hanno già vissuto un dramma enorme. Voglio solo ricordare che stiamo parlando di una vicenda che ha visto 61 pazienti di quella struttura su 64 contagiati e 27 di questi morire». Zuccatelli infine ribadisce: «Quei pazienti li abbiamo curati e guariti e adesso sono cittadini guariti, come noi, sono clinicamente “Covid free”, solo che hanno bisogno di assistenza sociale e non ospedaliera. Sono davvero amareggiato per queste prese di posizione che producono solo una inaccettabile disinformazione su un grande sforzo per curare, assistere e guarire queste persone. I due consiglieri – conclude il commissario del “Mater Domini” – avrebbero ben potuto informarsi piuttosto che provare a ricavare magari uno spazio politico con considerazioni che non corrispondono a realtà». (c.ant.)
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