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Santelli difende le sue scelte: «Quei tavolini erano il simbolo di una normalità nuova»

Il presidente della Regione ha ribadito quelle che sono state le indicazioni che l’hanno spinta ad anticipare il Governo. Noi siamo un’economia depressa o diamo una speranza a queste persone o arri…

Pubblicato il: 10/05/2020 – 22:32
Santelli difende le sue scelte: «Quei tavolini erano il simbolo di una normalità nuova»

ROMA Il Tar si è pronunciato (qui le motivazioni della sentenza), la politica invece continua a discutere. Il dietrofront sull’ordinanza del presidente Jole Santelli sulla possibilità di consentire anche il servizio a tavolo per i bar e i ristoranti calabresi ha generato più di un attrito tra il Governo e la regione. Anzi, le regioni, considerando che quelle amministrate dal centro destra hanno chiesto una “Fase 2” differenziata a seconda dei casi e che anche regioni come la Puglia di Michele Emiliano si sono accodate. «La sentenza me l’aspettavo – ha spiegato Jole Santelli a “Stasera Italia”-.  Come sapete ritengo che l’intera vicenda fosse di competenza della Consulta e che ci fosse un conflitto di attribuzione, ma era difficile che ci fosse una pronuncia coraggiosa da parte del Tar di Catanzaro che ribaltasse l’impostazione del governo». Il governatore della regione Calabria in una doppia ospitata su Rete 4 e poi su La 7 ha chiarito, ancora una volta, come la sua ordinanza fosse dettata dall’esigenza dell’assenza del manifatturiero e delle grandi industrie. «Prima del mio caso molte Regioni avevano disposto riaperture e mai il governo aveva impugnato – ha dichiarato Jole Santelli -. C’è una vittoria politica, vale a dire aver sottolineato le ragioni delle Regioni e la necessità di una continuità di ripartire. Il sud non ha grandi aziende, questo ci tengo a ricordarlo, e comunque sottolineo che la Conferenza Stato-Regioni ha chiesto al governo una parola chiara sulle chiusure».
LE LINEE GUIDA Anche grazie al dibattito sviluppato con gli ospiti, Jole Santelli ha specificato che non si tratta di un problema di unità nazionale, ma di affrontare la “Fase 2 ” in base alla gravità dei casi. «Nella mia Regione ora c’è un contagio dello 0,5%, quello che il governo si aspetta di avere tra 10 giorni – ha aggiunto Jole Santelli -. L’errore di fondo è stato scambiare una misura territoriale per una misura politica, ma non era così non c’era nessuna sfida al governo, bensì tutto molto territoriale. Penso che il 18 alla fine riapriremo tutto, mi dispiace molto perchè la gente in questi giorni, con molta cautela, aveva iniziato ad uscire. Quei tavolini erano il simbolo di una normalità nuova, non mi sembra di aver fatto una cosa straordinaria, il cibo d’asporto era già previsto dal governo, ho sola aggiunto una piccola cosa». Entro mercoledì dovrebbero essere pronte le linee Inail necessarie affinché i lavoratori possano riprendere le loro attività in sicurezza. «Quando hanno aperto le librerie – ha commentato Jole Santelli – c’era un accordo Inail? Quando si è deciso di mantenere aperti i negozi con l’elettronica c’era un accordo con l’Inail? E’ passato un po’ di tempo da quando parliamo di fase 2, dovrebbe essere avanzato. Lo facciano in due o tre giorni. Non abbiamo tempo, l’Italia non ha tempo». Serve una iniezione di fiducia e questo rappresentava l’ordinanza disposta a fine aprile. «Noi siamo un’economia depressa – ha aggiunto Santelli – o diamo una speranza a queste persone o arriverà qualcun altro a dare loro dei soldi».

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